Da sorveglianti (episkopos = vescovi) a "dirigenti incensurabili”.
Nel 76 viene fatto III° vescovo di Roma Anacleto, un romano che restò nella carica fino all’88, sotto il suo mandato furono fondate nella sua città 25 parrocchie rette da un Presbitero (che all’origine erano dei Consigli di Anziani che gestivano la comunità allo stesso modo che lo sono ancora oggi gestite le Chiese Evangeliche.
E’ intorno all’85 che viene situata la stesura dell’Evangelo di Matteo, la sua narrazione comporta piuttosto degli accenti giudeo - ellenistici più che quella che vediamo negli scritti di Paolo, forse perchè questo Evangelo è stato composto per una comunità cristiana dell’oriente.
E’ presente un certo carattere ecclesiastico influenzato certo dal fatto che le nuove generazioni di cristiani si organizzavano sempre più e sempre meglio alla propagazione della Parola di Dio.
Nell’88 viene consacrato IV ° vescovo di Roma Flavio Clemente I° che era un romano che tenne la carica per 9 anni, fino al 97. Con lui si ha il primo importante tentativo di supremazia della Chiesa di Roma (e dunque del suo vescovo, non si parla ancora di Papa perché questo è un titolo pagano che sarà poi dato ai vescovi facendo della Chiesa una monarchia).
Flavio Clemente I° è nel 96 autore di una “lettera at Corinzi” dove lui sostiene il principio dell’ordinamento gerarchico della Chiesa. Con lui finisce la Chiesa dei fratelli che sono tutti uguali, ora come scrisse qualcuno : “nella fattoria” ci sono coloro che sono più uguali degli altri.
A Corinto erano sorte delle controversie a proposito di alcuni fratelli che a forza di credersi “più uguali degli altri” avevano preso il potere, ed esercitavano, come diremmo oggi, uno strapotere che fu democraticamente sancito dalla comunità che li aveva destituiti.
Flavio Clemente I°, nel suo scritto sostiene che i vescovi anziani della comunità non devono essere sostituiti, in quella lettera protesta con forza contro tale provvedimento ESIGENDO l’allontanamento (la scomunica) “dei sobillatori della comunità” cioè di coloro che evangelicamente rifiutavano lo strapotere dei vescovi che erano stati eletti per servire la comunità, invece erano diventati i padroni, o perlomeno dei superiori, "dirigenti incensurabili”.