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5 mars 2011 6 05 /03 /mars /2011 10:42

 

 

1Timoteo 3:2

 

Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare,
1Timoteo 3:12 I diaconi siano mariti di una sola moglie, e governino bene i loro figli e le loro famiglie.

  

Tito 1:6 Per questa ragione ti ho lasciato a Creta, affinché tu metta ordine alle cose che restano da fare e costituisca degli anziani in ogni città, come ti ho ordinato; ciascuno di loro sia irreprensibile, marito di una sola moglie, e abbia figli fedeli che non siano accusati di dissolutezza né insubordinati.

  

1 Corinti 7:1-2 “…Ora circa le cose di cui mi scriveste, è bene per l’uomo non toccar donna; ma, a causa del prevalere della fornicazione, ciascun uomo abbia la propria moglie e ciascuna donna abbia il proprio marito.”

 

In più ’apostolo Pietro e altri approvati servitori di Dio che avevano posizioni di autorità nella congregazione cristiana primitiva erano sposati. Matteo 8:14 “…E Gesù, entrando nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva con la febbre.”

 

Atti 18:2 “…E trovò un certo giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, che era di recente venuto dall’Italia, e Priscilla sua moglie, per il fatto che Claudio aveva ordinato che tutti i giudei partissero da Roma. E andò da loro”

Atti 21:8-9 “…Il giorno dopo partimmo e arrivammo a Cesarea, ed entrati nella casa di Filippo l’evangelizzatore, che era uno dei sette uomini, restammo con lui. Quest’uomo aveva quattro figlie, vergini, che profetizzavano.”

La risposta alla tua domanda la trovi direttamente alla Fonte..
e sono d'accordo anche per quanto riguarda i consigli, perche' sicuramente una persona sposata puo' capire meglio certe realtà rispetto ad una persona celibe…

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commentaires

A
<br /> Celebrare la Pasqua: no tu no.<br /> <br /> Pare che ancora i sacerdoti sposati debbano aspettare non si sa quanto altro tempo prima di poter celebrare o concelebrare il triduo pasquale insieme ai sacerdoti celibi. Diocesi con carenza di<br /> preti, chiese senza un ministro sacro, ma nonostante questo non viene permesso ai preti ridotti allo stato laicale (perché hanno moglie e figli) di amministrare la Grazia di Dio e annunciare la<br /> Parola che salva. Eppure sono sacerdoti in eterno alla pari dei celibi, ma per aver scelto di amare una donna e aver messo al mondo dei figli sono giudicati indegni, colpevoli di aver mancato ad un<br /> giuramento o ad un voto voluto dalla Chiesa, e questo è più importante che adempiere alla missione per la quale sono stati chiamati e inviati da Dio stesso. La Chiesa non contempla l'ipotesi che un<br /> sacerdote possa avere la vocazione ad essere ministro del Signore ma non avere al contempo obbligatoriamente la vocazione alla castità o al celibato. Con eccezione delle Chiese d'oriente<br /> (cattoliche) la Chiesa latina considera ancora il matrimonio in contrapposizione al sacerdozio ministeriale e considera la forma celibataria una via privilegiata per conformarsi a Cristo sacerdote.<br /> I sacerdoti sposati sono da considerarsi di serie B quindi e non devono trovare posto in quei luoghi (vedi l'Italia) dove la maggioranza delle comunità sono guidate da sacerdoti celibi, per non<br /> disorientare i fedeli i quali potrebbero venire a conoscenza che il celibato non necessariamente si coniuga col sacerdozio ministeriale. Infatti la gente pensa che solo i protestanti e gli<br /> ortodossi possono avere pastori sposati a differenza dei cattolici. La Chiesa romana fa finta di niente e non affronta il problema. Ipocritamente sa e tollera che sacerdoti e religiosi cadono per<br /> fragilità ma si ostina a non voler cambiare le regole, anzi chiede di rinunciare all'amore umano (che è naturale) calpestando i sentimenti e le relazioni uomo-donna che giustamente nascono e si<br /> sviluppano tra molti sacerdoti e molte donne delle nostre parrocchie. Tutti sanno che l'amore può sbocciare in qualsiasi momento, prima o dopo l'Ordinazione sacerdotale, e se è vero amore questo<br /> viene da Dio (non dal Diavolo) e non può essere slegato, perché "ciò che Dio unisce l'uomo non lo può separare" per mezzo di alcuna norma canonica. Questo modo di fare da alcuni secoli nella Chiesa<br /> latina porta ad escludere ogni anno molti sacerdoti sposati dal vivere appieno le celebrazioni pasquali come desidererebbero fare. Chi pensa ai sacerdoti messi ai margini della comunità cristiana<br /> in questi giorni? Forse nessuno. Come nelle festività più importanti così a Pasqua i sacerdoti esclusi soffrono le pene dell'inferno nel vedere calpestata la loro dignità e il loro "diritto" ad<br /> esercitare il ministero validamente ricevuto. Teologi e gerarchia dovrebbero avere carità per questi fratelli e discutere senza reticenze sul caso di introdurre la possibilità di non rendere più<br /> obbligatorio il celibato per i ministri sacri, mettendo fine anche alla triste consuetudine che molti hanno di condurre una doppia vita pur di non rinunciare o al ministero o all'affetto di una<br /> donna.<br /> Antonio<br /> <br /> <br />
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S
<br /> <br /> Caro fratello, ho letto con la dovuta attenzione quanto tu hai scritto, sono triste per te e per tutti coloro che sono sacerdoti cattolici romani e si sono sposati, uscendo di fatto dalla chiesa<br /> di roma, ma ti faccio una domanda se me lo permetti: ma tu vuoi essere sempre cattolico romano con tutto quello che cio' comporta, o allora essere semplicemente CRISTIANO, cioè seguace di<br /> CRISTO e non di una istituzione ? <br /> <br /> <br /> <br />

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