Overblog
Suivre ce blog Administration + Créer mon blog
10 novembre 2010 3 10 /11 /novembre /2010 14:03

Risposta di:    Renato  

 

La morte di Cristo è stata determinata dalla gelosia ipocrita delle autorità ebraiche del tempo, dall’ignavia di Pilato, dall’acquiescienza succube della gente presente in quei giorni a Gerusalemme.


Così ribadisce Paolo ai Romani: “Gesù nostro Signore è stato messo a morte per i nostri peccati” (4,5). Per questo non è una finzione devota, ma un’affermazione ispirata da Dio.

   

Dire che i nostri peccati “crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio Alla luce di questa fede, la passione di Gesù non fu solo il “sopportare” il peso del peccato del mondo, prendendolo su di sé, ma il “toglierlo” con la forza dell’amore che si dona e perdona, liberando l’umanità perduta dal carico orrendo e tremendo del male.  

 

Andando incontro alla sua morte, Gesù non ha cercato il dolore, ma l’obbedienza al disegno di Dio, che rivela il suo grande amore nella debolezza e nella stoltezza della croce, e non vuole la condanna del mondo, ma la sua salvezza.

 

SE IL CHICCO DI GRANO CADUTO A TERRA MUORE PRODUCE MOLTO FRUTTO .

Fonti: Vangelo: Gv 12,20-33

   

Risposta di: New  

   

Perché doveva riscattare l'umanità che aveva ereditato il peccato di Adamo ed Eva. Dio aveva detto: ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai». - Genesi 2:17.

   

Quindi, nel giorno in cui hanno mangiato quel frutto, sono subito morti spiritualmente. La pena della disobbedienza era la morte e il Signore Gesù con l'incarnazione si è caricato tutte le nostre colpe e ne ha pagato il prezzo.

 

Se i nostri peccati fossero stati cancellati senza spargimento di sangue, ci sarebbe stata una contraddizione della Sua Parola e penso anche che il primo a reclamare sarebbe stato il diavolo.  

Partager cet article
Repost0
10 novembre 2010 3 10 /11 /novembre /2010 13:56

Domanda di:   EmaLiga   

Perchè Gesù, morendo, ha pagato i peccati dell'umanità?

Perchè proprio morendo, perchè era necessario morire e non qualsiasi altra cosa; visto che Dio è onnipotente non poteva cancellarli e basta? E quelli nati prima di Gesù? non sono salvati?
Risposte chiare per favore! grazie!

Dettagli aggiuntivi

Allora... in parole povere, Dio era talmente arrabbiato per i nostri peccati che dovevamo morire tutti, ma invece ci ha salvati "scaricando" la punizione su suo figlio, salvandoci... giusto?

 

scusate se è scritto da cani...

 

 

Risposta di: Salvocom   

NO! Dio non poteva cancellarli e basta, perche sarebbe andato contro la sua stessa legge Levitica che dice: al peccato corrisponde la punizzione e dunque avrebbe commesso una ingiustizzia.


L'acquisto dell'anima di un uomo é possibile solo attraverso l'uomo Gesù, che non ha mai peccato, il fratello, il parente, il più diretto ha esclusivo diritto di redenzione. Se questo non è attraverso l'uomo Gesù, egli non ha possibilité del riscatto secondo la legge levitica, questo sarebbe un atto ingiusto, la giustizia di Dio non è gratis.

   

E' in quel bisogno di giustizia che deve essere considerata la necessità di donazione di Gesù, che lui l'uomo può far valere il suo diritto di riscattare i suoi simili, non pagando con argento o oro, ma con la sua donazione del sangue che viene versato alla croce, la sua vita, data in sacrificio per il peccato, prendendo su di lui tutti i peccati dell'umanità.

   

Una condizione è posta a l'uomo peccatore: con un atto volontario, è essenziale che egli accetti il sacrificio Vicario di Gesù, per la sua salvezza. Nella sua libertà, ogni uomo, o donna deve riconoscersi peccatore, credere e dire:Gesù è morto sulla croce a causa del mio essere peccatore e il suo sacrificio è valido d'avanti a Dio per me, per essere salvato.  

 

Per quando riguarda l'umanità vissuta prima di Gesù, non ti preoccupare per loro perché Dio é misericordioso e sa quello che fa.

Fonti:

La sacra Bibbia

 

Partager cet article
Repost0
20 octobre 2010 3 20 /10 /octobre /2010 17:23
L'ateismo: causa dei peggiori orrori della storia Anti Paralipomeni Che cos'è l'ateismo?
L'ateismo è una potente religione laica (anticléricale) che ha creato orrori nella storia dell'umanità. Non solo nella storia passata, ma anche in questo momento. Guarda quel che accade in Cina, dove il governo è ufficialmente ateo.

Sapete cos'hanno in comune questi uomini (oltre al fatto di essere i più grandi dittatotri della storia..): Lenin, Stalin, Hitler, Mussolini, Pol Pot, Mao, Ceausescu, Hoxha, Tito, Milosevic...?
Erano tutti atei militanti (con un avversione particolare per il cristianesimo) che hanno tentato di creare un mondo in cui non ci fosse bisogno di Dio.

Il "motto" delle loro dittature era ed é: l'uomo può fare a meno di Dio per costruire un mondo razzialmente puro, economicamente giusto, eugeneticamente sano, socialmente equilibrato, un mondo perfetto, divino, utopico, paradisiaco (e disperato, aggiungerei io...). Vedesi Genesi 3:5 « ma Iddio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri s'apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male. »

Inoltre, i nazisti non hanno forse riconosciuto nell'anticristiano Nietzschez un antitesiano della loro ideologia aberrante? E non è stato l'antimetafisico Heidegger tra i primi sostenitori della dittatura hitleriana? Lo dimostra, per esempio, il discorso del 3 Novembre 1933 dal titolo Appello agli studenti tedeschi, in cui disse:
"Non teoremi e idee siano le regole del vostro vivere. Il Führer stesso e solo lui è la realtà tedesca dell'oggi e del domani e la sua legge".

Come nasce l'ateismo?

L'ateismo nasce come ricerca di senso, di penetrare nelle profondità della vita, lasciando prevalere però alla fine, consapevolmente o meno, una presunzione, o meglio una ribellione.
La ragione di alcuni si ribella, fa i capricci come certi bambini che si impuntano, perchè si accorge di non riuscire a misurare tutto e perciò preferisce chiudersi in disperate congetture logiche e astratte (vedi Dawkins) perdendo il rapporto con la realtà e svalutando le proprie esigenze di uomini. E' un circolo vizioso: più si oppongono e più diventano dialettici...

Basta però, per fortuna, un attimo di semplicità, di umiltà e consapevolezza di sè e di ciò che sta attorno per mettere in crisi tutti i possibili ragionamenti (ricordate quando Kant diceva che il momento in cui sembrava che tutta la sua "critica alla ragion pura" fosse inadeguata, era quando sollevava lo sguardo verso il cielo stellato?). Per questo Gesù diceva: "Grazie Padre perchè hai rivelati queste cose ai semplici".

Sapevate che i peggiori orrori nella storia sono causati dall'ateismo?.
Il Novecento, soprattutto, è il secolo dell'ateismo assoluto, ed è, non a caso, il secolo degli stermini di massa, delle guerre mondiali, e delle più grandi catastrofi umane della storia.

Tra l'800 e il 900 il fervore ateo ha generato tutti gli ingredienti delle dittature totalitarie: il razzismo biologico (religione della razza), il nazionalismo (religione della patria), il social-darwinismo, l'eugenetica, e il social-comunismo. (religione dell'essere umano).

L'ateismo è il padre, più o meno diretto, del comunismo e del nazismo e di tutte le ideologie atee nate a partire dal '700, cioè da quando la ragione dell'uomo ha iniziato ad essere presuntuosa. L'ateismo dal quel momento assume connotati tali da diventare una vera e propria religione laica, secolare, con i suoi dogmi e la sua ortodossia.

La caratteristica di tutte queste ideologie di morte, evidenti sopratutto nel '900, è la negazione più o meno esplicita di un Dio trascendente, dell'uomo come sua creatura, dotata di un'anima immortale, e del peccato originale come limite dell'uomo.

Recentemente la giornalista e politica Souad Sbai, laica, ha affermato: "Vorrei ricordare che i regimi totalitari del Novecento - nazismo nel suo periodo di ascesa e comunismo - hanno tentato di spazzare via i crocifissi dalle aule scolastiche e dalla storia europea, l'uno attuando la cosiddetta “guerra dei crocifissi”, l'altro tentando di cancellare Gesù Cristo dalla Storia dei Paesi dominati (guerra anticléricale). In tal modo attuando un'operazione di de-semantizzazione e di conseguente distruzione del senso di una civiltà" (Il Sussidiario, 5/11/09). La politica, il potere e lo stato al di sopra di tutto, al posto di Dio.

Karl Popper, il filosofo più importante del '900, paragonando l'ateismo ad una fede religosa disumana, afferma: "Tra le fedi completamente disumane ci sono anche i vari tipi di totalitarismo e di razzismo: Questi sono movimenti che con una fervente fede tentano di distruggere la maggiore conquista del cristianesimo: la credenza che siamo tutti fratelli, che tutte le differenze fra noi non sono alla fine molto importanti; la credenza, in breve, nell'unità dell'umanità".(Karl Popper, Dopo la società aperta, Armando Editore).

Il desiderio dell'ateismo è un mondo perfetto senza Dio: il mezzo per riuscirci è la guerra. L'uomo, le masse ideologizzate e secolarizzate del Novecento chiedono alla politica, al partito, allo stato, al dittatore di rispondere a tutte le esigenze della società e dell'uomo.
La creazione del mondo perfetto e dell'uomo sufficiente a se stesso dunque, urge, preme: necessita al più presto l'eliminazione, tramite ghigliottine, gulag, lager e polizie segrete, Ovra, Gestapo, Ceka e Kgb, di coloro che ostacolano, che impediscono, che non comprendono, che complottano, che sospettano.

Il mezzo per raggiungere questa perfezione è la guerra – o la violenza, che è lo stesso – sempre considerata un male, per quanto talora inevitabile (guerra di difesa), che diviene ora un bene in se stessa: il vento che spazza lo stagno (vedi Hegel), “la sola igiene del mondo” (vedi i futuristi), una esigenza di natura (vedi i socialdarwinisti), uno splendido cozzare di popoli, (vedi i nazionalisti), la fine del passato oscuro e l'inizio di una nuova era (vedi tutti i rivoluzionari, da Mussolini a Mao).

Avendo negato a priori l'essenza dell'uomo, l'anima e Dio, l'ateismo ha sempre identificato tutto l'esistente in ciò che è materiale e terreno e quindi coerentemente ritiene come soluzione di tutto, il potere e la sola politica, che tutto controlla: la politica totalitaria dei regimi totalitari. Politica vuol dire guerra, e la guerra è necessaria per bruciare i mali dell'epoca... questo è quanto si ricava dalla lettura di giornali e periodici pubblicati nell'arco di tempo tra il 1880 e il 1914 e che offrono una fonte inesauribile di dati relativi alla struttura darwinistico -sociale del nazionalismo popolare del tempo, nell'area anglosassone, in Francia, in Germania o in Italia.
Dimostrazione storica (per i dubbiosi: riferitevi a Wikipedia): .
Partager cet article
Repost0
20 octobre 2010 3 20 /10 /octobre /2010 17:18

Il nazismo si è orginato dal nazionalismo, responsabile anche dello scoppio della Prima guerra mondiale, che con i suoi dieci milioni di morti, venti milioni di feriti, mutilati e nevrotici, e sette milioni di prigionieri e dispersi, rappresenta la più grande tragedia della storia. Ebbene il nazionalismo è figlio della Rivoluzione francese, antitetico alla concezione cristiana (quindi universale, l'esatto opposto del nazionalismo).

In Italia il nazionalismo, fu interpretato da personaggi assolutamente nemici della Chiesa, e di ogni religiosità, come Francesco Crispi, alla fine dell'Ottocento, e Benito Mussolini, anticlericale anarchico e socialista, ai primi del Novecento, e poi duce del fascismo, cioè di quella concezione dello stato per la quale “tutto è nello stato e nulla di umano e di spirituale esiste, e tanto meno ha valore, fuori dello stato”. Gli interventisti (I° guerra mondiale), furono tutti uomini delle élites, avversi alla visione cristiana dominante nel paese: Mussolini, Gabriele D'Annunzio, il socialista nazionalisteggiante Cesare Battisti, i nazionalisti Giovanni Papini ed Enrico Corradini, i futuristi di Marinetti.

Giovanni Papini, prima della sua conversione, scrisse sulla rivista nazionalista Lacerba, nel 1914: “Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima delle anime per la ripulitura della terra... Siamo troppi. La guerra è una operazione maltusiana.
C'è un troppo di qua e un troppo di là che si premono. La guerra rimette in pari le partite. Fa il vuoto perché si respiri meglio. Lascia meno bocche intorno alla tavola”. I frutti del nazionalismo, condannato inutilmente da diversi religiosi, portarono alla prima guerra e poi, nel dopoguerra, al fascismo, al nazismo e al “socialismo nazionalista” di Stalin.

Anche per il marxismo (nato dall'ateismo) valeva l'assioma che l'umanità non aveva come scopo la pace ma la lotta di classe, l'idea nazional -popolare di un eterno antagonismo tra popoli. I totalitarsmi socialisti, fascisti, nazionalsocialisti; e comunisti furono influenzati dal marxismo ateo, con gradazioni diverse.
Come ha giustamente scritto Karl Löwith: “Il marxismo è una forma secolarizzata del pensiero biblico". Cosa abbia partorito la religione atea del marxismo, lo sappiamo tutti: dalla Russia, alla Cina, alla Cambogia, al Vietnam, ai paesi dell'America latina, si parla, almeno, di cento milioni di morti, secondo cifre assolutamente prudenziali.

I biologi aderenti al darwinismo, prestati alla politica, scrivevano: "La lotta spietata tra le nazioni non è altro che una necessità biologica" (come ha ben raccontato il celebre paleontologo evoluzionista Stephen Jay Gould nel suo “I pilastri del tempo”). Ed Enrico Corradini, interpretando la concezione ateistica e socialdarwinista, sul Regno del 28 febbraio 1904, allo scoppio del conflitto russo giapponese, scrisse: “la guerra è un grandioso e terribile fenomeno della natura, un cozzo di forze avverse primordiali ed eterne, irrefrenabili. E tali sono appunto le forze che conducono alle guerre le nazioni e le razze. Perciò dinanzi ad esse l'uomo civile è abolito e ritorna l'uomo sincero allo stato di natura”.

Un'altra componente del nazionalsocialismo fu il razzismo, basato essenzialmente sul materialismo biologico (mai esistito nell'Europa cristiana). Il razzismo contrappone all'idea della comune figliolanza degli uomini a Dio, l'idea che essi siano invece originati da ceppi diversi, più o meno “nobili”, più o meno evoluti, più o meno meritevoli.
Mentre lo scienziato cristiano Louis Pasteur, alla fine dell'Ottocento, rivendicava l'uguaglianza degli uomini di fronte a Dio, le ideologie atee sostenevano che la fratellanza universale in senso cristiano era una evidente falsità, perché in realtà la scienza dimostrerebbe l'ineguaglianza delle razze in base alla misurazione dei crani, e degli arti. Il razzismo si nutrirà di una visione assolutamente atea, in cui non vi è alcuno spazio per un Dio creatore di tutti i popoli, ma solo per l'esistenza di popoli “superiori” e di popoli “inferiori”, di sangue, di luoghi, di colore della pelle, di predisposizioni naturali e genetiche e di ambienti operanti sull'uomo al di sopra della sua libertà.

Lo storico Gianni Gentile afferma: “La cultura scientifica di stampo positivistico (cioè ateo, ndr) nella seconda metà dell'Ottocento aveva elaborato una teoria delle razze, secondo la quale a ogni razza venivano attribuite diverse basi biologiche che determinavano i vari comportamenti, anche dal punto di vista morale e dei costumi. Questa impostazione pseudoscientifica consentiva di stabilire una gerarchia che poneva la razza bianca al di sopra delle altre razze”.

Strettamente connessa al razzismo, troviamo l'eugenetica, che altro non è che l'antico sogno ateistico di creare una umanità perfetta, assolutamente sana, senza macchia, autosufficiente e che quindi non ha bisogno di un Dio salvatore e di una redenzione. L'eugenetica è presente già nella Repubblica ideale, sostanzialmente comunista, di Platone, nella “Città del sole” di Tommaso Campanella, anch'essa organizzata secondo criteri comunisti. Il sedicente scienziato ateo, Francis Galton, che nel 1883 coniò la parola “eugenics”, spiegò al mondo che tramite matrimoni selettivi e le sterilizzazioni forzate si sarebbe creato l'“uomo nuovo”, sano e felice.

Non tanti anni più tardi Adolf Hitler, nel “Mein Kampf”, dopo aver spiegato che lo stato, la nazione, dovrà impedire ai malati o ai difettosi di procreare, aggiungeva: “Basterebbe per seicento anni non permettere di procreare ai malati di corpo e di spirito per salvare l'umanità da una immane sfortuna e portarla a una condizione di sanità oggi pressoché incredibile”.

Lo studioso Lifton afferma: “Il progetto nazista si ispirava a una visione di controllo assoluto del processo evolutivo sul futuro umano biologico. Facendo ampio uso del termine darwiniano 'selezione' i nazisti cercarono di arrogarsi le funzioni della natura (selezione naturale) e di Dio nell'orchestrare le proprie selezioni, la loro versione della evoluzione umana”.

Per nessuna epoca della storia, prima dell'affermarsi dell'ateismo assoluto, si possono solo lontanamente pensare le stragi e le malvagità create da nazismo e comunismo, e dalle loro appendici ideologiche (razzismo, eugenetica, socialdarwinismo). E' una evidenza storica che non credo nessuno possa negare.

Chiudo con un giudizio del grande politologo, filosofo e politico Augusto del Noce: “Per varie che possano essere le forme rivoluzionarie, il loro lato comune è la correlazione tra l'elevazione della politica a religione e la negazione del soprannaturale. Alla liberazione religiosa si sostituisce la liberazione politica. Il problema del male viene trasposto dal piano psicologico e teologico a quello politico e sociologico: i dogmi della Caduta e della Redenzione vengono trasferiti sul piano dell'esperienza storica”
(Augusto del Noce “Il problema dell'ateismo”).

 

Anti Paralipomeni  

Partager cet article
Repost0
4 octobre 2010 1 04 /10 /octobre /2010 18:14

[1]Allora Anna pregò:

Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia fronte s'innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io godo del beneficio che mi hai concesso.
[2]Non c'è santo come il Signore,
non c'è rocca come il nostro Dio.
[3]Non moltiplicate i discorsi superbi,
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore è il Dio che sa tutto
e le sue opere sono rette.
[4]L'arco dei forti s'è spezzato,
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
[5]I sazi sono andati a giornata per un pane,
mentre gli affamati han cessato di faticare.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.
[6]Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
[7]Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.
[8]Solleva dalla polvere il misero,
innalza il povero dalle immondizie,
per farli sedere insieme con i capi del popolo
e assegnar loro un seggio di gloria.
Perché al Signore appartengono i cardini della terra
e su di essi fa poggiare il mondo.
[9]Sui passi dei giusti Egli veglia,
ma gli empi svaniscono nelle tenebre.
Certo non prevarrà l'uomo malgrado la sua forza.
[10]Il Signore... saranno abbattuti i suoi avversari!
L'Altissimo tuonerà dal cielo.
Il Signore giudicherà gli estremi confini della
terra;
darà forza al suo re
ed eleverà la potenza del suo Messia».

 

Partager cet article
Repost0
3 octobre 2010 7 03 /10 /octobre /2010 17:47

Questa domanda mi fu posta nel mio blog, ti rispondo con l'aiuto di Dio, pur cercando di non essere troppo lungo, prendendo come base il primo libro della Bibbia, La Genesi.

Quando Dio ha detto che tutto quello che aveva fatto era molto buono (Genesi 1:31) l'uomo era coinvolto in questa approvazione.
Adamo, il primo uomo, è stato posto con Eva nel giardino di Eden perché lo coltivasse e per tenerlo in ordine.
Con un comandamento, uno solo, una sorta di patto per la vita o la morte che è stato imposto a lui ed a sua moglie, (Genesi 2:16-17).
''16. E l'Eterno Iddio diede all'uomo questo comandamento: Mangia pure liberamente del frutto d'ogni albero del giardino; 17 ma del frutto dell'albero della conoscenza de bene e del male non ne mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai''
L'uomo ha trasgredito, e la condanna a morte è stata pronunciata. Il lavoro per lui è diventato faticante e doloroso e talvolta inutile. Adamo fu cacciato dal giardino.

Vediamo ora quale furono le tappe.

Genesi 3
1. Or il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che l'Eterno Iddio aveva fatti. Ed esso disse alla donna: "Come! Iddio v'ha detto: “Non mangiate del frutto di tutti gli alberi del giardino?
Non dobbiamo incentrare tutto il nostro interesse sulla natura dell'animale (il serpente), ma sulle sue parole.
Egli inizia il suo discorso - che è un capolavoro di sfumature, di finezza, di introspezione psicologica - una domanda che sin dall'inizio, da l'opportunità alla donna di avere ragione, di difendere Dio, quasi a combattere in favore di Dio. "Dio ha detto veramente?" La donna senza sospettare la distorsione diabolica, nel suo zelo fa un piccolo passo ch'è di troppo rispose:
2 E la donna rispose al serpente: Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare;
3 ma del frutto dell'albero ch'è in mezzo al giardino, Iddio ha detto: Non ne mangiate e non lo toccate, che non abbiate a morire.
Certo, Dio ha messo il 'veto' soltanto su un albero, ma che esso non possa essere 'toccato' Dio non l'ha detto.
Ormai il serpente può lasciar cadere la sua maschera, ora non interroga più, ma egli afferma con una strana enfasi che ciò che Dio ha detto non è affatto la verità.
4 E il serpente disse alla donna: "No, non morirete affatto;

Con questa affermazione il diavolo dichiara di conoscere Dio meglio che la donna e la spinge verso la ribellione, perché secondo il diavolo Dio è geloso.
È una vecchia illusione dell'uomo, quella di pretendere di conoscere meglio Dio le cose che lo concernono, che lo riguardano personalmente. Dal suo punto di vista l'uomo è liberato dai pregiudizi facendosi una sua propria idea su Dio.
Bonhoeffer scrive: "L'uomo si atteggia a padrone di Dio allorché, con l'arma di un principio e di un'idea su Dio, contesta la concreta parola di Dio".

"ma Iddio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri s'apriranno, e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male".
L'insinuazione probabilmente non significa che gli uomini possono diventare come Dio è, ma 'divini' cioè con analogie a Dio per ciò che è buono e sano in apposizione a ciò che è il male che provoca danni agli esseri umani.
Ciò che il serpente fa sperare per l'uomo non è tanto il potenziamento della facoltà conoscitiva quanto quell'autonomia di giudizio, che gli permette di decidere da se ciò che è utile e buono o dannoso con cui l'uomo si sottrae alla provvidente tutela di Dio, che completamente tutto lo avvolge.
Ora invece deciderà da se stesso, si deciderà da solo l'unico giudice di se stesso, e tuttavia tale autonomia da Dio sarà per l'uomo il fardello più pesante da indossare per tutta la vita, in tutta la sua storia.

L'insinuazione del serpente prospetta la possibilità di una dilatazione dell'essere umano oltre i limiti stabiliti da Dio nel crearlo. Una delle testimonianze più importanti di questo racconto è che esso vede la caduta dell'uomo, la sua effettiva separazione da Dio, la sua morte (perché separazione = morte).
In realtà il serpente non ha nè mentito né detto il vero. Con mezze verità e doppi sensi fa si che il suo ingenuo interlocutore si presti al gioco e faccia la parte che egli vuole.

6. E la donna vide che il frutto dell'albero era buono a mangiarsi, ch'era bello a vedere, e che l'albero era desiderabile per diventare intelligente; prese del frutto, ne mangiò, e ne dette anche al suo marito, ch'era con lei, ed egli ne mangiò.
Ora il colloquio volge alla fine: il serpente si sottrae provvisoriamente al lettore. Ora la donna è sola con suo marito, l'uomo tace d'avanti all'affermazione che una trasgressione del comandamento, lungi dal trascinarlo alla morte, lo porterebbe ad essere pari a Dio, egli permette che gli si enunci simile tesi. È ormai chiaro che per lui sarebbe meglio l'indipendenza, piuttosto che l'obbedienza a Dio.
La donna sta pensierosa d'avanti all'albero, ch'è “Appetibile da mangiarsi”: Lo stimolo dei sensi; “Seducente per gli occhi”: l'attrazione più fine, quella estetica; “Desiderabile per acquistare conoscenza”: L'allettamento supremo e più insinuante: “ La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita“. Poi il frutto viene staccato e mangiato concordemente da Adamo e da Eva.

7 Allora si apersero gli occhi di ambedue, e s'accorsero che erano ignudi; e cucirono delle foglie di fico, e se ne fecero delle cinture.
Le parole del serpente si realizzano; davvero comincia per loro qualcosa di nuovo, ma essi non sono diventati come Dio.
Alla perdita dell'innocenza gli uomini reagiscono non con un senso di spirituale colpa, ma avendo orrore della loro nudità.
8 E udirono la voce dell'Eterno Iddio, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell'Eterno Iddio, fra gli alberi del giardino.
L'azione di nascondersi si rivela peccato nell'incontro con Dio, il rumore dei passi di Dio basta per togliere all'uomo ogni velleità di titanismo. L'uomo non può restare nascosto a Dio
Dio non scende dal cielo, vive ancora sulla terra secondo la relazione paradisiaca stabilita da Dio con l'uomo. La paura e la vergogna sono oggi le cicatrici incurabili della caduta dell'uomo.

9. E l'Eterno Iddio chiamò l'uomo e gli disse: Dove sei ? E quegli rispose:
10 Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura, perché ero ignudo, e mi sono nascosto.
11. E Dio disse: "Chi t'ha mostrato ch'eri ignudo? Ai tu mangiato del frutto dell'albero del quale io t'avevo comandato di non mangiare?
L'uomo viene a un confronto con la propria colpa ed ha l'audacia di stornarla da se cercando di gettarla verso Dio che gli ha dato una compagna: “La donna che mi hai messo a fianco” suona come accusa verso Dio.
12 L'uomo disse: La donna che hai messo qui con me mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato.
L'uomo accusa la donna che Dio gli ha dato, il peccato pur commesso insieme, lungi dall'unire tra di loro gli uomini, li ha isolati. Neppure la donna vuole assumere la sua responsabilità davanti a Dio, « il serpente è il seduttore! »

13 E l'Eterno Iddio disse alla donna: "Perchè hai fatto questo? La donna rispose: "Il serpente mi ha sedotta ed io ne ho mangiato.
Il serpente è maledetto da Dio, l'uomo e la donna in realtà non lo sono.

Allora, qual è il peccato di Adamo nel giardino dell'Eden?

1) Non si deve separare il peccato di Adamo e di Eva perchè la coppia è indiscutibilmente solidale. Adamo ha partecipato (silenziosamente) alla discussione della moglie con il serpente, "prese del suo frutto, e lo mangiò e ne diede anche al marito, che era con lei, ed egli ne mangiò ".
2) L'uomo ha preferito rimanere in silenzio, perché gli fa comodo, davanti a l'affermazione che una trasgressione del comandamento di Dio non lo porterebbe a la morte, ma a essere uguale a Dio, è chiaro che per lui sarebbe meglio indipendenza, piuttosto che l'obbedienza a Dio.
3) Gli occhi dei nostri due proto genitori si aprono ... .... e l'uomo e sua moglie si nascosero ... ... La paura e la vergogna sono ormai le stigmate inguaribili della depravazione umana.
4) Adamo, invece di riconoscere il suo peccato, porta una grave accusa contro Dio stesso, così pure la donna, essa non riconosce la sua colpa davanti a Dio.
5) Adamo pecca lo stesso peccato della moglie, egli pecca di orgoglio nel voler essere uguale a Dio, pecca accusando Dio come responsabile del peccato che ha commesso. Nemmeno per un solo momento egli riconosce e confessa il suo peccato a Dio.
Quindi il suo peccato è non solo quello di aver mangiato un frutto proibito, ma quello di essersi messo in testa di non avere più bisogno di Dio perché lui stesso sarebbe come Dio.

PURTROPPO ANCORA OGGI E' QUESTO IL GRAVE PECCATO DELL'UOMO

Spero che questo possa risponde alla tua domanda, che Dio ti benedica, Salvatore

Partager cet article
Repost0
5 février 2010 5 05 /02 /février /2010 08:37

"Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me." (Gal 2,20)

QUESTA E' UNA SOLENNE MOLTO IMPORTANTE DICHIARAZIONE  DI FEDE FATTA  DA  SAN PAOLO

Partager cet article
Repost0
5 février 2010 5 05 /02 /février /2010 08:15

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
2 E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
3 E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
4 La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 5 non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
6 non gode dell`ingiustizia, ma si compiace della verità. 7 Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 9 La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
10 Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11 Quand`ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l`ho abbandonato.
12 Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch`io sono conosciuto.
13 Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità

ICorinzi 13,1-13;

Partager cet article
Repost0
27 janvier 2010 3 27 /01 /janvier /2010 19:34
CAJD7B1NCAAE4XNGCA4OYSLHCAJWNH31CATAA59RCAYSHURHCAFMJ027CAL.jpg



Nella Torah, Dio si rivela ai suoi profeti, e quindi per l'umanità intera come il solo Dio: ''Dio disse a Mosè: Io sono colui che Sono''Esodo 3:14 ..... Il Signore Iddio tuo
'' verso 15 (il Signore è colui che non ha inizio né fine, che non é stato creato né generato), Egli è Dio invisibile.

Per le éternità, passate, presenti e future. ''Io sono il Signore tuo Dio ..... Non avrai altri dèi di fronte a me. Tu non ti farai immagini ......... Non ti prosternerai davanti a loro ...
''Esodo 20:2 ff.

Dio si è servito dei suoi profeti per comunicare con gli uomini (il profeta parla in nome di Colui che lo ha mandato, egli non parla della sua persona o delle sue credenze. Egli non interpreta la volontà o i disegni di Dio
ma è la voce di Dio che invia il suo messaggio).

Tutti i veri profeti non hanno nulla rimosso o aggiunto qualcosa al messaggio che Dio ha affidato loro. Essi cominciano il loro discorso con:''L'Eterno Iddio ha detto, Dio ha parlato Così ha detto il Signore. Quello che dicono  è immutabile Parola di Dio.
Dio disse a Mosè:''Vai, io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire ''Esodo 4:12

                                                             XXXXXXXXXXXXXX

Nel Nuovo Testamento della Bibbia troviamo: Perché: ''Avendo più volte, ripetutamente e in vari modi parlato ai nostri padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio che
ha costituito erede di tutte le cose create per mezzo di, é Lui che ha creato l'universo.

Il Figlio è il riflesso della sua gloria e l'impronta della sua persona, ed Egli sostiene tutte le cose con la sua potente Parola '' Ebréi 1:1-3 Dio si fece uomo per salvare noi peccatori: Compreso me  che sono il primo, ''tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ''Rom. 3:23 ''Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.''1 Giovanni 1:10;

Chi dice di essere puro, senza aver mai fatto del male, senza aver fatto qualcosa di contrario alla volontà di Dio commette peccato!
Come sta scritto: ''Non c'è nessun giusto. Nemmeno uno. Nessuno è intelligente, non c'è chi cerchi Dio, tutti sono perduti, tutti sono pervertiti; Non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno ''Romani  3: da 10 a 12 Il peccato ci separa da Dio per il l'eternità! ''Perché se Dio non risparmiò gli angeli che hanno peccato, ma se li ha gettati nell'abisso delle tenebre e messi da parte per il giudizio ...'' 2 Pietro 2:4

L'umanità si é ribellata contro Dio, l'uomo peccatore, non poteva riconciliarsi con Dio da se stesso, con le proprie azioni, non può riscattare la sua anima peccatrice.

L'acquisto dell'anima di un uomo é possibile solo attraverso l'uomo Gesù, che non ha mai peccato, il fratello, il parente, il più diretto ha esclusivo diritto di redenzione.
Se questo non è attraverso l'uomo Gesù, egli non ha possibilité del riscatto secondo la legge levitica, questo sarebbe un atto ingiusto, la giustizia di Dio non è gratis.

E' in quel bisogno di giustizia che deve essere considerata la necessità di donazione di Gesù, che lui  l'uomo può far valere il suo diritto di riscattare i suoi simili, non pagando con argento o oro,
ma con la sua donazione del sangue che viene versato alla croce, la sua vita, data in sacrificio per il peccato, prendendo su di lui tutti i peccati dell'umanità.

Una condizione è posta a l'uomo peccatore: con un atto volontario, è essenziale che egli accetti il sacrificio Vicario di Gesù, per la sua salvezza.
Nella sua libertà, ogni uomo, o donna deve riconoscersi peccatore, credere e dire:

Gesù è morto sulla croce a causa del mio essere peccatore e il suo sacrificio è valido d'avanti a Dio per me, per essere salvato.
Non è per meriti che io possa essere accettato da Dio, ma purificato dal sangue di Cristo io posso essere ricevuto da Dio nel suo regno celeste.

Il cristianesimo è dunque la religione della redenzione, perché: ''Il salario del peccato è la morte, '' Romani 6:23 il perdono di Dio non poteva essere gratuito. La sua giustizia esige la punizione per la trasgressione, la giustizia non poteva trasformarsi in ingiustizia.
Questo sarebbe un incentivo a fare il male, se alla fine, tutto sarebbe perdonato a tutti, senza il bisogno di condanna o di Levitica redenzione.

Il peccato è la trasgressione della legge di Dio, la disobbedienza alla volontà rivelata di Dio. Non ci sono piccoli peccati che non hanno bisogno del perdono di Dio.
Il più grande comandamento è l'amore!

Vi è quindi un costo per la redenzione, il sacrificio dell'Agnello di Dio, il sangue innocente versato da Gesù Cristo.
Questo sacrificio non costa nulla a l'uomo che ha avuto un pentimento sincero, ''ma il dono di Dio, è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.''Romani 6:23

La vita eterna con Dio e con i suoi angeli è una certezza per il credente evangelico, non é un forse, ma un: io credo nella promessa della vita eterna con Dio, perché cio' non si basa su 
possibili miei meriti, ma è stata data a me dal momento in cui ho accettato Gesù nella mia vita come un peccatore pentito.

Gesù è l'unico uomo nella storia della umanità che ha potuto sostenere che non ha mai peccato: ''Chi di voi mi convince di peccato?'', Ha detto Gesù..
(Giovanni 8:46) Questo per dire: chi può veramente dire che sono un peccatore?

Confrontare anche con quello che Giovanni ha scritto in I°Epistola 3:5 ''Ora, si sa, Gesù apparve per togliere i peccati, e non c'è peccato in lui.'' ''Cristo è risorto ...  la morte  arrivò attraverso un uomo (Adamo) è anche per un uomo (l'uomo Gesù) che venne la risurrezione dei morti.
......

"Il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, l'ultimo Adamo (Gesù) è diventato  Spirito vivificante: ....
Il primo uomo della viene dalla terra terra: il secondo uomo è dal cielo "1 Corinzi 15: 45 - 50

E come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saremo tutti vivificati .... Egli consegnerà il regno a Dio e Padre .... E quando tutte le cose sono state sottoposte, allora il Figlio stesso sarà sottoposto a lui, che ha sottoposto tutte le cose, affinché Dio sia tutto in tutti.''Capitolo 1 Corinzi 15:20 28

Partager cet article
Repost0
23 janvier 2010 6 23 /01 /janvier /2010 08:39

                         

CACGT8N9CALTH8M0CAIDMNCOCA9TR8RXCA164S5HCAOXRWM2CAROWKPMCA4.jpg
              Dal sito :     butindaro.interfree.it


Essendo che la Bibbia é un libro composto da scritti ispirati dallo Spirito del Signore per comprenderla è necessario la guida del Signore che è Colui che mediante il suo Spirito fa comprendere rettamente le Scritture. Ora, con le seguenti Scritture e riflessioni attorno ad esse dimostrerò quanto appena detto.
E Gesù prima di morire aveva detto ai suoi discepoli: "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e saranno adempiute rispetto al Figliuol dell'uomo tutte le cose scritte dai profeti; poiché egli sarà dato in man de Gentili, e sarà schernito ed oltraggiato e gli sputeranno addosso; e dopo averlo flagellato, luccideranno; ma il terzo giorno risusciterà.
Ed essi non capirono nulla di queste cose; quel parlare era per loro oscuro, e non intendevano le cose dette loro" (Luca 18:31-34). Vi sono altre Scritture che attestano come gli stessi discepoli di Gesù non capivano né le Scritture che parlavano di Gesù e neppure le sue parole che preannunziavano la sua morte e la sua risurrezione, ed esse sono le seguenti: "Or i suoi discepoli non intesero da prima queste cose..." (Giov. 12:16);
"Ma essi non capivano quel detto ch
era per loro coperto dun velo, per modo che non lo intendevano...." (Luca 9:45); "Ma essi non intendevano il suo dire..." (Mar. 9:32). Notate che i discepoli, benché avessero creduto che Gesù era il Cristo il Figliuolo di Dio che era proceduto dal Padre, non avevano compreso ancora le cose che Mosè e i profeti avevano dette di lui, cioè che egli doveva soffrire e risuscitare dai morti.
Ma com
era possibile che degli uomini che avevano creduto in lui, non intendevano ancora le cose scritte di lui? La ragione é perché quelle Scritture erano coperte da un velo per loro e perciò era loro impossibile comprenderle.
Le compresero dopo che Gesù risuscitò infatti fu allora che il Signore aprì loro la mente per intenderle secondo che è scritto: "Poi disse loro: Queste son le cose che io vi dicevo quand
ero ancora con voi: che bisognava che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, ne
profeti e nei Salmi, fossero adempiute. Allora aprì loro la mente per intendere le Scritture..." (Luca 24:44-45); fu allora che essi "si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui" (Giov. 12:16), e che i Giudei gliele avevano fatte.

                                                      Parte  seconda

Tutto ciò ci mostra come per intendere le Scritture che parlano di Gesù Cristo non é sufficiente leggerle o ascoltarle, perché é necessario anche che il Signore apra la mente per intenderle come fece in verso i suoi discepoli, quando apparve loro.
Quindi se il Signore fu potente a fare comprendere ai suoi discepoli le Scritture aprendogli la mente perché non si dovrebbe pensare che egli questo lo continui a fare ancora oggi senza servirsi di persone fisiche? Vi è forse qualcosa di troppo difficile per il Signore? O forse il suo modo di agire è cambiato?
Gesù quando parlo' dello Spirito Santo
 che Egli avrebbe mandato ai suoi discepoli dopo che sarebbe stato assunto in cielo, disse loro: "Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire" (Giov. 16:12,13), ed ancora: "Egli vi insegnerà ogni cosa..." (Giov. 14:26).
Da queste parole emerge che Gesù ha mandato lo Spirito Santo per insegnarci ogni cosa e per guidarci nella verità. Ma qualcuno dirà: Ma la promessa Gesù la fece solo ai suoi apostoli? Sì, le parole furono rivolte a loro in quella occasione ma sono dirette a tutti i discepoli di Cristo. Nulla togliendo con tutto ciò al fatto che Dio nella sua Chiesa ha costituito i dottori i quali hanno il dono d'insegnare ma non certo
 la capacità di fare comprendere perché questa la continua ad avere lo Spirito di Dio mandato dal cielo che è in ogni credente.

Gesù un giorno giubilò per lo Spirito e disse: "Io ti rendo lode, o Padre, Signor del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi e agl’intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli! Sì, o Padre, perché così ti é piaciuto" (Luca 10:21). Noi pure riconosciamo che Dio rivela le cose relative al regno di Dio a coloro che mutano e diventano come i piccoli fanciulli, ma le nasconde a coloro che sono molto studiati e si credono savi e intelligenti.
E noi, per la grazia di Dio siamo proprio tra i piccoli fanciulli a cui Dio ha rivelato il suo Figliuolo e le cose relative al suo regno, e per questo lo lodiamo; sì, lo lodiamo perché riconosciamo di essere pervenuti alla conoscenza della verità perché Dio ci ha dato quell’intendimento che nessun uomo sulla faccia della terra ci avrebbe potuto dare.
Noi avremmo potuto ascoltare anche il migliore oratore, l’uomo più eloquente nell’esporre le cose relative al regno di Dio, ma se non fosse stato per l’intervento soprannaturale di Dio noi non avremmo giammai compreso quello che in realtà è così semplice ma che tanti sulla terra hanno reso con i loro discorsi così difficile, così intricato.

Ma che cos’é cosi
 
semplice? Il messaggio della salvezza e la via per riceverla. L’apostolo Paolo disse a Timoteo: "Considera quello che dico, poiché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa" (2 Tim. 2:7); quindi Paolo credeva che sarebbe stato il Signore stesso a fare intendere a Timoteo le cose che lui gli aveva scritto.

Non una categoria di credenti in qualche parte del globo con il potere di interpretare rettamente le cose che lui gli scriveva, ma il Signore stesso.

                                                           Parte  terza

L’
apostolo Paolo disse ai Filippesi: "Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi; e se in alcuna cosa voi sentite altrimenti, Iddio vi rivelerà anche quella" (Fil. 3:15). In queste parole Paolo espresse la sua fiducia che se i santi di Filippi non comprendevano ancora qualcosa il Signore glielavrebbe fatta intendere rivelandogliela. Avete notato? In questi due passi delle Scritture è messa in risalto l’opera
 
 potente di comprensione operata da Dio nei credenti. Giovanni ha scritto:
"Ma quant’è a voi, l’unzione che avete ricevuta da lui dimora in voi, e non avete bisogno che alcuno v’insegni; ma siccome l’unzione sua v’insegna ogni cosa, ed è verace, e non è menzogna, dimorate in lui come essa vi ha insegnato" (1 Giov. 2:27).
Come potete vedere Giovanni credeva che era l’unzione che i credenti avevano ricevuto dal Signore che gl’insegnava ogni cosa, e non un particolare collegio di vescovi preposto dal Signore.
Le parole dellapostolo non fanno altro che confermare le parole che Gesù disse ai suoi discepoli quando promise loro lo Spirito Santo: "Egli vinsegnerà ogni cosa" (Giov. 14:26).
E
bene però fare una puntualizzazione a questo punto; il fatto che lunzione del Santo ci insegna ogni cosa non significa che noi non abbiamo bisogno dei ministri di Dio, perché altrimenti la Scrittura si contraddirebbe dato che essa afferma che Dio ha costituiti nella sua Chiesa, gli apostoli, i profeti, gli evangelisti, i pastori e i dottori per il perfezionamento dei santi e per ledificazione del corpo di Cristo (cfr. Ef. 4:11,12).
Ripeto questo concetto in questi termini: Giovanni con queste parole non ha voluto dire che i credenti, perché hanno ricevuto l
unzione dal Santo, non hanno bisogno di essere ammaestrati da nessuno perché Luca dice: "Quelli dunque i quali accettarono la sua parola, furon battezzati.... Ed erano perseveranti nellattendere allinsegnamento degli apostoli" (Atti 2:41,42), ed anche che Paolo dimorò in Corinto "un anno e sei mesi, insegnando fra loro la parola di Dio" (Atti 18:11); e perché Paolo disse a Timoteo: "Ordina queste cose e insegnale" (1 Tim. 4:11), e a Tito: "Insegna queste cose..." (Tito 2:15).

Giovanni ha voluto soltanto dire che noi conosciamo la verità e che non abbiamo bisogno di quei personali e contraddittori ammaestramenti intorno a Gesù che tanti impostori spandono a piene mani, perché quelli che abbiamo ricevuto dallo Spirito di Dio intorno a Gesù Cristo sono veraci e sufficienti alla nostra salvezza.
Conosciamo tutto ciò che può salvare le anime nostre perché l
unzione del Santo cinsegna ogni cosa e non abbiamo perciò bisogno degli insegnamenti diabolici del magistero romano, dei Mormoni o di quelli dei cosiddetti Testimoni di Geova o di quelli dei seguaci di Moon, o di qualche altra pseudochiesa.
Quindi, concludendo; quantunque l
unzione del Santo ammaestra tutti i credenti, coloro che hanno ricevuto il dono dinsegnamento devono insegnare ai credenti le cose relative al regno di Dio per confermarli e contribuire alla loro crescita spirituale, e i credenti a loro volta devono perseverare allattendere al loro insegnamento perché questa è la volontà di Dio.

                                                      Parte  Quarta

Coloro che ammaestrano e coloro che vengono ammaestrati tengano sempre bene a mente queste parole di Paolo a Timoteo: "Bada a te stesso e all
insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano" (1 Tim. 4:16). Notate infatti come la salvezza è assicurata sia al ministro che persevera nellessere d’esempio
 
 ai credenti e insegna loro la sana dottrina, e sia a coloro che attendono al suo insegnamento e lo mettono in pratica.

L’apostolo Paolo ha detto ai Corinzi: "E se il nostro vangelo é ancora velato, é velato per quelli che son sulla via della perdizione, per gl’increduli, dei quali l’iddio di questo secolo ha accecato le menti, affinché la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che é l’immagine di Dio, non risplenda loro" (2 Cor. 4:3,4).
Oggi, per la grazia di Dio, possediamo oltre che gli Scritti dell’Antico Patto che parlano di Gesù, anche le testimonianze scritte di Matteo, Marco, Luca e Giovanni che parlano in maniera chiara della nascita di Gesù, della sua vita, dei suoi insegnamenti e delle sue opere potenti, della sua morte e della risurrezione, eppure molti di quelli che leggono ed ascoltano l’Evangelo scritto da questi uomini non lo intendono affatto e tra questi vi sono pure milioni e milioni di Cattolici romani sparsi sulla faccia della terra.
Hanno il magistero eppure il Vangelo é ancora velato per loro. Perché é velato?
Perché non riescono a comprendere il messaggio del Vangelo? Il motivo è perché essi hanno le loro menti accecate dalle tenebre e perciò non possono vedere la luce che il Vangelo di Dio emana. Ciò che bisogna fare per essere salvati è scritto chiaramente ma per loro è oscurità profonda. E perché questo?
Perché il Vangelo è stato dal loro magistero offuscato con la tradizione, in maniera che quello che è luce per loro è tenebre; e quanto grandi sono queste tenebre! Come i Giudei che fanno la lettura dell
Antico Patto hanno un velo steso sopra il loro cuore che gli impedisce di riconoscere che le Scritture profetiche si sono adempiute in Gesù di Nazaret, così oggi moltitudini di uomini che leggono o ascoltano il Vangelo hanno ancora le loro menti ottuse.
 Essi sono sulla via della perdizione e fino a quando non si ravvederanno e non crederanno con il cuore in ciò che leggono o ascoltano non potranno comprendere il Vangelo. Come potete vedere si perviene a comprendere il Vangelo in seguito ad una illuminazione operata da Dio, perciò rigettiamo la dottrina che afferma che una particolare classe di persone abbia il potere di fare comprendere le parole del Vangelo.
Per concludere; esistono due tipi di persone sulla terra; quelle che hanno inteso la Scrittura perché si sono umiliate davanti a Dio e il Signore ha aperto loro la mente per intenderla e continuano ad intenderla rettamente perché lo Spirito di Dio le guida; e quelle che giacciono nelle tenebre con la mente ottusa perché rifiutano di umiliarsi davanti a Dio e preferiscono dare ascolto ai precetti umani anziché a quelli di Dio così chiaramente scritti.

Partager cet article
Repost0

Présentation

  • : Le blog de Salvatore Comisi
  • : Poésies, études de la Bible et articles sur tout ce qui concerne à la chrétienté du premier siècle à nos jours
  • Contact

Recherche

Liens