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8 octobre 2016 6 08 /10 /octobre /2016 15:56
LA  COMPLETEZZA  DELLA  BIBBIA


La completezza della Bibbia Dal sito : butindaro.interfree.it

La Bibbia contiene tutto ciò che l'uomo ha bisogno di credere per essere salvato e che noi credenti abbiamo bisogno di sapere per piacere a Dio con tutta la nostra condotta, oltre che le predizioni di cose future che sono indispensabili conoscere in vista della fine di ogni cosa per essere salvati.

Prendiamo inizialmente gli scritti del Nuovo Testamento.

Paolo dice ai Romani che per essere salvati si devono fare queste cose: "Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l'ha risuscitato dai morti, sarai salvato" (Rom. 10:9); e nel Nuovo Testamento ci sono molti passi che parlano della signoria di Cristo e del fatto che Dio l'ha risuscitato dai morti. Quindi se un peccatore apre un Nuovo Testamento e legge la storia di Gesù di Nazaret (scritta da Matteo o da Luca o da Marco o da Giovanni) e l'accetta così come è scritta viene salvato all'istante da Dio.

Anche nel caso egli leggesse solo una epistola di Paolo e confessasse che Gesù è il Signore e credesse col cuore che Dio l'ha risuscitato dai morti egli verrebbe salvato all'istante da Dio. E se per caso egli avesse solo gli Scritti dell'Antico Patto? Bene, diciamo che anche in questo caso egli può essere salvato perché la legge, i Salmi e i profeti parlano di Gesù di Nazaret.

Nei Salmi e nei profeti per esempio sono trascritte le sofferenze del Cristo per i nostri peccati, nel salmo sedicesimo Davide parla della risurrezione del Cristo; quindi se uno crede che quelle parole si sono adempiute in Gesù di Nazaret, di cui egli ha udito parlare, egli viene salvato dai suoi peccati. Ricordatevi che l'eunuco quando Filippo lo sentì parlare stava leggendo il profeta Isaia, e che Filippo da quel passo della Scrittura gli annunciò Gesù, e l'eunuco fu salvato (cfr. Atti 8:26-38). Ancora non c'erano gli Scritti di Matteo, Marco, Luca e Giovanni che parlano della venuta di Cristo della sua morte e risurrezione e di come in lui si sono adempiute le Scritture; eppure Filippo da quel passo di Isaia gli annunciò lo stesso Gesù che predichiamo noi, e quell'eunuco fu salvato.

Anche l'apostolo Paolo a Roma annunciò ai Giudei che Gesù era il Cristo traendo i suoi ragionamenti dalle Scritture dell'Antico Patto ed alcuni restarono persuasi e furono salvati (cfr. Atti 28:23-24). A dimostrazione questo che anche solo con gli Scritti dell'Antico Patto si può annunciare ai Giudei la morte e la risurrezione di Cristo e persuaderli che Gesù è il Cristo (naturalmente per far questo è necessario conoscere bene le Scritture dell'Antico Patto e quelle del Nuovo). Quindi dei Giudei possono rimanere persuasi che Gesù di Nazaret è il Messia morto per i nostri peccati e risuscitato per la nostra giustificazione sentendo parlare accuratamente delle cose relative a Gesù solo con la legge, i Salmi e i profeti.

Niente di cui meravigliarsi ben sapendo che l'Evangelo fu promesso da Dio negli Scritti dell'Antico Testamento (cfr. Rom. 1:2-3); tanto è vero che Gesù quando apparve ai due che erano sulla via di Emmaus "cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano" (Luca 24:27), e quando apparve ai suoi discepoli disse loro: "Così è scritto, che il Cristo soffrirebbe, e risusciterebbe dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si predicherebbe ravvedimento e remission dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme" (Luca 24:46-47).

Va detto ora qualcosa circa il mistero di Dio occulto sin dalle più remote età, ma manifestato ai santi del Signore nella pienezza dei tempi. Mi riferisco al fatto che i Gentili sono eredi con i Giudei, e membri di un medesimo corpo con loro perché Cristo sulla croce ha fatto morire l'inimicizia che esisteva fra loro e Dio e quella che esisteva fra i Giudei e i Gentili; ossia come dice Paolo: "Ha abbattuto il muro di separazione con l'abolire nella sua carne la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti" (Ef. 2:14-15). Questo mistero infatti è strettamente collegato al messaggio della salvezza perché con la sua rivelazione Dio ha manifestato che Egli "vuole che tutti gli uomini siano salvati" (1 Tim. 2:4), e non solo i Giudei.

E' evidente che fino a che Cristo non morì sulla croce e lo Spirito Santo non rivelò questo mistero ai santi apostoli e profeti, questo mistero rimase nascosto. Sì, nelle Scritture dell'Antico Patto vi erano molti versi che predicevano in svariate maniere che i Gentili un giorno sarebbero entrati a far parte del popolo di Dio per cui Dio non si sarebbe vergognato di chiamarli suo popolo, ma questi passi erano coperti da un velo per cui ancora non venivano intesi. Ma quando il Signore aprì la mente per intenderli allora le cose furono chiare agli occhi di Giudei e Gentili; Dio aveva deciso di chiamare i Gentili a far parte del suo popolo. E come poté adempiersi questa predizione di Dio? Mediante la morte sulla croce di Cristo Gesù. Infatti, come ho detto prima, egli morendo sulla croce abbatté il muro di separazione, costituito dalla legge di Mosè, che divideva Giudei e Gentili da Dio, e i Giudei dai Gentili.

E banditore di questo mistero fu costituito Paolo da Tarso il quale nelle sue epistole ne parla in svariate maniere. Le sue epistole sono dunque necessarie per intendere la gloria di questo mistero. Il piano della salvezza che Dio aveva formato in se stesso avanti la fondazione del mondo è stato dunque fatto conoscere a tutte le nazioni.  Per piacere a Dio. Paolo dice a Timoteo che ogni Scrittura è ispirata da Dio "e utile ad insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona" (2 Tim. 3:16-17): quindi per essa noi possiamo essere resi compiuti.

Consideriamo gli Scritti del Nuovo Testamento; in essi ci sono i precetti per i mariti e per le mogli, per i figli e per i genitori, per i servi e per i padroni, per i conduttori e per i fedeli, in essa ci sono diversi riferimenti alla preghiera, al digiuno, alla lode, alla elemosina e ad ogni altra opera buona, ai miracoli e alle rivelazioni e a tante altre cose; in verità essi sono in grado di renderci compiuti in ogni bene e renderci savi in Cristo. E non è che questo discorso non può essere fatto per gli Scritti dell'Antico Patto perché anche in essi ci sono tanti precetti per tutti noi, non importa la posizione che ricopriamo nel corpo di Cristo o se siamo maschi o femmine, genitori o solo figli, la cui osservanza porta onore a Dio; in essi ci sono tante storie che ci esortano ad avere fede in Dio per ottenere rivelazioni, guarigione, doni, ecc., ed oltre che fede in Dio anche pazienza per ottenere l'adempimento delle promesse di Dio. Paolo dice ai Romani che "tutto quello che fu scritto per l'addietro, fu scritto per nostro ammaestramento, affinché mediante la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture, noi riteniamo la speranza" (Rom. 15:4).

Naturalmente, va detto che per quanto riguarda diverse cose (precetti su cibi, su giorni, sulla circoncisione, ecc.,) per evitare di ricadere sotto la legge di Mosè sono necessari gli insegnamenti degli apostoli che spiegano che quelle cose sono ombra di cose che dovevano avvenire e quindi non vanno più osservate. Ma Dio, che ben sapeva tutto ciò, a suo tempo ha provveduto l'insegnamento che completa quello antico.  La conoscenza delle cose future.

Per quanto riguarda gli avvenimenti che devono accadere prima del ritorno di Cristo, al suo ritorno, e dopo il suo ritorno, ci sono scritti nella Bibbia così tanti riferimenti che possiamo dire di non avere bisogno di sapere di più. Basta leggere le parole concernenti gli avvenimenti ultimi pronunciate da Gesù sul monte degli Ulivi prima di essere arrestato ed in altre circostanze, quelle scritte da Paolo, da Pietro, da Giovanni, e quelle pronunciate dagli antichi profeti secoli prima della venuta di Cristo (Isaia, Ezechiele, Daniele, Gioele, Zaccaria, Malachia) per rendersi conto di questo. Stando dunque così le cose a riguardo degli Scritti sacri è evidente che ci fu un tempo nel quale essi erano ancora incompleti perché mancavano gli Scritti del Nuovo Testamento che dovevano completare quelli dell’Antico. Possiamo quindi dire che alle Scritture (qui mi riferisco a quelle dell'Antico Patto già disponibili prima dell'apparizione di Cristo) la parte che mancava affinché divenissero complete era quella concernente la venuta di Cristo.

Ed infatti una volta che Cristo apparve e compì l'opera del Padre suo trasmettendo le sue parole e morendo sulla croce per i nostri peccati e risuscitando il terzo giorno (e la sua vita e i suoi insegnamenti e le sue predizioni furono messi per iscritto), e gli apostoli dopo di lui trasmisero per iscritto da parte di Dio altri insegnamenti e altre predizioni utili alla Chiesa, allora le Scritture furono rese complete. La Bibbia così composta è la finale rivelazione di Dio all'uomo. Non manca proprio nessun scritto per renderla completa perché già lo è.

Guai a chi aggiunge altri scritti ad essa; Gesù Cristo a Giovanni sull'isola di Patmos attestò infatti: "Io lo dichiaro a ognuno che ode le parole della profezia di questo libro: Se alcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali le piaghe descritte in questo libro" (Ap. 22:18). Qualcuno forse obbietterà che queste parole si riferiscono esclusivamente al libro della Rivelazione, ma non è così. Come potremmo infatti affermare che sia lecito aggiungere qualcosa alla Bibbia nel suo insieme tranne che al libro della Rivelazione solo perché quelle parole di Gesù sono scritte alla fine di questo specifico libro della Bibbia? Ma non è forse scritto nella legge: "Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando, e non ne toglierete nulla..." (Deut. 4:2)? Quindi, l'ordine di non aggiungere nulla, pena la punizione descritta nel libro della Rivelazione, riguarda anche la Bibbia nel suo insieme e non solo il libro della Rivelazione; e poi quand'anche uno aggiungesse delle parole solo al libro della Rivelazione implicitamente le aggiungerebbe alla Bibbia perché l'Apocalisse è parte della Bibbia.

Oltre la Bibbia non esiste sulla faccia di tutta la terra un altro libro che può essere definito sacra Scrittura come la Bibbia; tutti coloro che pretendono di possedere dei libri sacri (oltre la Bibbia o al posto della Bibbia) definendoli sacre Scritture sono stati sedotti dal serpente antico e seducono gli altri. Alcuni (i Mormoni per esempio) attaccano la completezza della Bibbia dicendo che nel corso dei secoli furono tolte dal libro molte cose chiare e preziose. Ma ciò non corrisponde al vero perché le molte copie dei manoscritti dell'Antico Testamento che esistono variano solo in certe cose minime quali l'ortografia delle parole, l'omissione di una frase qui e là. Nell'insieme si può dire che nessuna parte dei Libri dell'Antico Testamento esistenti al tempo di Gesù e degli apostoli è andata perduta ma che noi possediamo quegli stessi Libri dell'Antico Testamento che possedevano gli Ebrei senza nessuna parte fondamentale mancante.

Una conferma dell'attendibilità dei Libri dell'Antico Testamento così come li abbiamo noi ora dopo migliaia di anni dalla loro stesura è venuta dal ritrovamento nel 1947 dei manoscritti tra i rotoli del Mar Morto che generalmente datano dal 200 circa al 50 a.C. Ebbene questi manoscritti contengono porzioni di ogni Libro dell'Antico Testamento eccetto Ester, e gli studi hanno rivelato che questi documenti così antichi sono sostanzialmente identici al testo dell'Antico Testamento che noi possediamo. Anche per quanto riguarda i manoscritti del Nuovo Testamento, i più vecchi dei quali risalgono al secondo secolo dopo Cristo, la situazione è sostanzialmente la medesima. Le variazioni che si possono riscontrare in essi, che sono copie degli originali o copie delle copie fatte dagli originali, sono di una importanza relativa perché riguardano questioni di ortografia, l'ordine delle parole, il tempo di alcuni verbi, e così via; ma in essi non mancano parti importanti del testo originale, e le variazioni esistenti non intaccano le dottrine fondamentali della Bibbia.

Una conferma a ciò che stiamo dicendo in difesa dell'Antico e del Nuovo Testamento così come li abbiamo oggi nella Bibbia viene dalla versione latina della Bibbia denominata Vulgata che risale al quarto secolo dopo Cristo e che fu fatta da Girolamo, (che è la versione della Bibbia adottata ufficialmente dalla chiesa cattolica romana con il concilio di Trento): in essa non mancano parti 'chiare e preziosissime' degli antichi manoscritti. Vero è che in essa sono presenti dei passi tradotti malamente da Girolamo, ma in essa non mancano 'parti chiare e preziosissime' della Bibbia da ritenerla una versione della Bibbia 'mutilata' di parti fondamentali, non sufficiente dunque per la salvezza.

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18 août 2016 4 18 /08 /août /2016 12:11
GERUSALEMME NEL PERIODO DELLE CROCIATE


Perchè era importante Gerusalemme alle 3 religioni:ai Cristiani, agli Ebrei, ed ai Musulmani (nel periodo delle Crociate)?

In realtà, Gerusalemme non era così importante per i musulmani come lo fu dopo le Crociate. I musulmani erano divisi, tra gli omayyadi d’Egitto, signori di damasco e califfi di Bagdad. La conquista di Gerusalemme spinse i signori di Damasco, più interessati, ad intervenire. Il loro scopo era quello di servirsi della riconquista di Gerusalemme per proclamarsi califfi e guide dell’Islam.

Fino ad allora, i signori musulmani erano solo dei malik, (dei re). Fu proprio la Crociata e un signore pronto a tutto, a dare l’accento religioso della Crociata. La guerra santa era un modo per descrivere lo zelo spirituale del fedele; con Saladino divenne la lotta contro i Frang, (i Franchi), come erano chiamati gli occidentali.

Gerusalemme per i cristiani è luogo di pellegrinaggio ai luoghi santi. In fondo, le Crociate sono nate perché i musulmani incominciarono, a detta dei cristiani, a vessare i pellegrini. Per gli islamici Gerusalemme era santa perché di là il profeta Maometto salì al cielo in una sua visione. Ma il loro pellegrinaggio santo è sempre e solo stato alla Mecca.

Per gli ebrei, vi erano i resti del tempio di Salomone, in cui vi era stata la presenza di Dio. Quindi luogo più santo della terra… Alla fine fu solo una grande avventura per persone disposte a cambiare vita e migliorarla, di persone sinceramente devote, di commercianti… Molti dimenticano che anche gli abitanti di quelle terre conobbero un periodo di ricchezza per gli enormi ricavi commerciali.

La riconquista di Saladino lasciò le aree costiere ai crociati, perché dei loro commerci non potevano farne a meno. Per capire la situazione, basta sapere che Al-Kamil, uno tra i successori di Saladino, offrì Gerusalemme a Federico II senza combattere… Solo l’avvento di una forte dinastia intransigente e poco interessata all’area, gli ottomani, eliminò la presenza dei cristiani nell’area. E con questo iniziò una forte decadenza per quell’area, che divenne periferica.

Quindi, al di là delle religioni, le relazioni commerciali e la cultura occidentale non poté non generare benessere nell’area, sebbene le guerre contribuissero alla morte di tanti innocenti. Anche oggi, questa considerazione dovrebbe far riflettere i politici di quell’area, perché dall’accentuzione delle differenza religiose, non se ne ricava nulla di buono, se non una apparente e monolitica leadership politica.

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4 août 2016 4 04 /08 /août /2016 10:27
 Tobia ( Libro apocrifo nella Bibbia cattolica )


Tobia Generalità Il libro apocrifo di Tobia, come quelli di Rut, Ester e Giuditta, è stato catalogato tra i libri storici dell'Antico Testamento, ma nulla ha a che vedere con la storia così come oggi la intendiamo noi, cioè come storiografia.

Si tratta infatti di una sorta di racconto popolare, di "racconto a lieto fine" il cui scopo è esaltare la condotta buona e rispettosa del prossimo e della Legge. E non è certo un caso se Tobia deriva da una radice ebraica che significa proprio "bontà": nei testi ebraici, come si è visto nel caso di Rut, i nomi hanno sempre un ben preciso significato correlato al contenuto della narrazione. Si pensa che esso sia stato scritto all'epoca dei Maccabei, un'era di persecuzione per il popolo ebraico, nella quale era fondamentale proporre ad esso delle figure esemplari di fede incrollabile e di riconoscenza verso il Signore.

Evoca tuttavia uno sfondo storico molto più antico, quello dell'impero assiro ormai caduto da lungo tempo, ma esso viene ricordato solo in maniera confusa dall'autore del libro, che, come avviene con il libro di Daniele, ha ben altre preoccupazioni teologiche e didattiche che narrare una storia realmente accaduta. Il libro di Tobia ci è pervenuto nella sola versione greca, e quindi non è ritenuto ispirato né dagli Ebrei né dai Riformati, ma è incluso nel canone cattolico. Contenuto: Un ebreo esemplare ma sfortunato.

Lo scopo principale dell'autore è quello di esaltare la fedeltà alla Legge di un ebreo della diaspora, quindi costretto a vivere in mezzo a popoli pagani che lo deridono e lo insultano. Questo scopo è portato avanti con uno stile che a buon diritto si può definire "romanzesco", fatto com'è di colpi di scena, di trovate geniali e di irruzioni del Soprannaturale nella vita quotidiana, che lasciano il lettore con il fiato sospeso fino al lieto fine. Lo stesso protagonista del libro così esordisce in prima persona: « Io, Tobi, passavo i giorni della mia vita seguendo le vie della verità e della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine. ».

Il libro si può suddividere in diverse sezioni. Nella prima (capitoli 1-3) si ha l'introduzione generale e l'antefatto della storia, in cui Tobia senior parla in prima persona da 1:3 a 3:6. Tobia è un pio israelita deportato a Ninive dalla sua patria nell'alta Galilea, che grazie alla sua pietà religiosa anche in tempo di persecuzione, ha fatto carriera ed ha messo da parte un bel gruzzolo sotto forma di deposito presso un parente, Gabael, abitante a Rage, una città della Media.

Ma il favore divino sembra voltare le spalle al pio israelita: proprio mentre si reca a seppellire il cadavere di un connazionale assassinato per strada ed ivi abbandonato (una colpa considerata gravissima dai popoli mediorientali), diventa cieco perchè gli escrementi caldi di alcuni passeri gli sono caduti sugli occhi (capitolo 2). La cecità durerà per quattro anni, e sua moglie Anna deve mantenere la famiglia con lavori a cottimo. Un giorno però non ne può più e sbotta: «Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene dal come sei ridotto! » Tobia ne soffre molto ed invoca il Signore affinché lo faccia morire, perchè una simile prova gli sembra eccessiva per uno come lui, che ha sempre osservato la legge con grande scrupolo. Contemporaneamente si sviluppa la triste storia di Sara, giovane figlia di Raguele, un parente di Tobia che vive ad Ecbatana, capitale della Media (capitolo 3). Costei ha già avuto sette mariti, ma tutti sono stati uccisi dal demone Asmodeo durante la prima notte di nozze, e le serve la oltraggiano. Così anch'ella, disperata, leva la sua preghiera all'Altissimo.

Le due preghiere giungono contemporaneamente all'orecchio di JHWH, che decide di ascoltarle entrambe, inviando loro in soccorso l'arcangelo Raffaele, il guaritore. E da qui in poi la storia entra nel vivo. Arriva Azaria / Raffaele La parte centrale del testo (capitoli 4-10) è dedicata alle vicende di Tobia junior (spesso nelle versioni il figlio è chiamato Tobia e il padre Tobi, ma in sostanza i due nomi sono gli stessi). Questi viene inviato dal padre presso Gabael a ritirare il suo denaro, affinché egli possa disporne prima che il padre muoia e Gabael resti padrone di tutto. Il capitolo 4 contiene molti consigli di natura sapienziale che il padre fornisce al figlio. Si tratta di un genere letterario assai diffuso nella Mezzaluna Fertile, se è vero che il cosiddetto "Insegnamento di Ptahhotep", contenente i consigli di un funzionario egiziano della V dinastia al proprio figlio per far carriera, risale addirittura al III millennio a.C.! Questi brani avvicinerebbero il testo di Tobia più ai libri sapienziali che a quelli storici. In ogni caso, appena Tobia junior si mette in cammino (capitolo 5), gli si accosta un misterioso viandante che si dice pratico della Media ed è disposto ad accompagnarlo.

Questi si presenta come Azaria, figlio di Anania: due nomi assai significativi, poiché vogliono dire rispettivamente "JHWH aiuta" e "JHWH è benevolo". Il giovane non immagina certo quale personaggio celeste si celi sotto le spoglie del viandante, anche se questi dimostra subito una sapienza sovrumana, consigliando (capitolo 6) al suo protetto di conservare il fiele, il cuore e il fegato di un pesce da lui pescato nel grande fiume Tigri, per le virtù terapeutiche da essi possedute. È sempre lo stesso Azaria ad informare Tobia junior della triste vicenda di Sara, appena essi arrivano ad Ecbatana. Appena vede la sfortunata giovane (capitolo 7), il giovane Tobia si innamora di lei e domanda che siano celebrate le nozze, essendo suo parente. Raguele, padre di Sara, acconsente, ma ad ogni buon conto fa scavare una fossa per seppellire in segreto il corpo del malcapitato, se Asmodeo deciderà di rientrare in azione, affinché l'ennesimo insuccesso matrimoniale della figlia resti segreto. Durante la prima notte di nozze Tobia e Sara pronunciano un celebre cantico (capitolo 8) che viene spesso letto durante le cerimonie nuziali cattoliche. Asmodeo è in agguato, ma Azaria/Raffaele è pronto con un esorcismo: brucia il cuore e il fegato del pesce, seguendo probabilmente un rituale ebraico antichissimo per allontanare il Maligno, ed Asmodeo fugge per sempre.

Tobia junior passa indenne la notte, tra il tripudio di Sara e Raguele, e Azaria va a Rage a ritirare la somma colà depositata da Tobia molti anni prima (capitolo 9). Infine Tobia, Sara ed Azaria fanno rientro a Ninive (capitolo 10). Epilogo sapienziale Si arriva così alla parte conclusiva del libro (capitoli 11-14). Tobia senior è guarito dalla cecità non appena il figlio gli applica sugli occhi il fiele del pesce provvidenziale (capitolo 11). A questo punto il padre vorrebbe dare ad Azaria la sua ricompensa (capitolo 12), ma questi li porta in disparte, li intrattiene con un altro discorso sapienziale ed infine si palesa loro, ritornando in Cielo tra lo spavento dei nostri protagonisti. Il capitolo 13 contiene un pezzo di alta poesia, il cosiddetto Cantico di Tobia, un vero e proprio salmo nel quale si sviluppano vari temi: l'esilio degli Ebrei non è un abbandono da parte di Dio ma una punizione finalizzata alla redenzione, proprio come la cecità di Tobia senior (13:1-6); la diaspora di Israele tra i popoli può essere l'occasione per rendere testimonianza missionaria all'unico Dio (13:7-8); la parte finale (13:9-18) è un grande inno a Sion, che testimonia l'appassionata nostalgia dell'Ebreo della diaspora nei confronti della Città Santa, attraverso immagini di beatitudine, di gloria e di bellezza rappresentata, come nell'Apocalisse di Giovanni, da una profusione di pietre preziose. Infine, il capitolo 14 contiene altri discorsi sapienziali rivolti dal vecchio Tobia a suo figlio prima di morire e l'epilogo, che sa di rivincita nei confronti della perfida Ninive (14:15): « Prima di morire [Tobia junior] sentì parlare della rovina di Ninive e vide i prigionieri che venivano deportati in Media per opera di Achiacar re della Media. Benedisse allora Dio per quanto aveva fatto nei confronti degli abitanti di Ninive e dell'Assiria. Prima di morire potè dunque gioire della sorte di Ninive e benedisse il Signore Dio nei secoli dei secoli. ». Alcuni personaggi L'arcangelo Raffaele Il nome Raffaele significa "Il Signore guarisce". Nel libro di Tobia viene ampiamente sviluppato il tema dell'angelologia ebraica, ripresa anche dal libro di Daniele e da molti apocrifi.

Questa è una prova della composizione assai tardiva del libro, perchè l'angelologia e la demonologia si svilupparono principalmente sotto l'influsso ellenistico. Nel libro dell'Esodo, infatti, si dice (3:2): « L'angelo del Signore apparve [a Mosè] in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. » Subito dopo tuttavia (3:4-6) l'interlocutore cambia completamente: « Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: "Mosè, Mosè!" Rispose: "Eccomi!" Riprese: "Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!" E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe..." ». Dunque l'angelo è ancora indistinguibile dal Signore, del quale appare solo come la manifestazione nel mondo degli uomini. Del resto anche in Genesi 18, 1-5 il Signore appare ad Abramo presso il querceto di Mamre sotto forma di tre uomini, ma in 18, 22 due di essi si dirigono a Sodoma mentre il terzo rimane con Abramo. A quest'ultimo egli si rivolge come al Signore, mentre in 19:1 gli altri due sono definiti "i due angeli". Ancora una volta perfetta indistinguibilità tra Dio e i suoi angeli, e siamo già al tempo della deportazione babilonese. Al tempo della composizione del libro di Tobia, il quadro è radicalmente mutato. In Tobia 12:15 Raffaele, che si è sempre comportato come un'entità personale dotato di propria volontà e non come un alter ego di JHWH, dice di sé stesso: « Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore » Il numero sette è simbolico, indice di pienezza assoluta, ma può riferirsi anche al fatto che la corte persiana era organizzata in modo da affiancare al sovrano sette alti funzionari: probabilmente l'autore si è ispirato a questo ricordo per foggiare quest'immagine della corte celeste.

Dalla Bibbia abbiamo i nomi di Gabriele (Vangelo di Luca), Michele (libro di Daniele, Apocalisse di Giovanni), Raffaele (libro di Tobia); gli apocrifi (libri di Enoc, IV Libro di Esdra) danno nomi anche agli altri quattro: Raguele, Remeiele, Saraquiele e Uriele. Quanto alla parola "angelo", essa deriva dal greco "messaggero". Agli angeli vengono contrapposti i demoni, visti dall'ebraismo e poi dal cristianesimo come angeli caduti, nemici di Dio e degli uomini; la parola greca "daimones" indicava i "geni", esseri intermedi fra gli déi e gli uomini. Solo in epoca ellenistica demone diventa sinonimo di spirito maligno; in precedenza tale parola non possedeva alcuna connotazione negativa. Asmodeo In Tobia 3:8 compare uno dei pochi demoni chiamati dalla Bibbia con il suo nome: Asmodeo. Il suo nome deriva dal persiano "Aeshma Deva", cioè "colui che fa morire", "l'assassino", certamente in relazione con il fatto di aver ucciso tutti e sette i mariti della povera Sara, ma anche in contrapposizione a Raffaele, che come abbiamo detto significa "Dio guarisce". Certamente Asmodeo era un personaggio preesistente al libro di Tobia e ben noto alle leggende ebraiche. Compare ad esempio nell'apocrifo "Testamento di Salomone" dove, guarda caso, è presentato proprio come nemico dell'unione coniugale: « Il mio compito è quello di cospirare contro i novelli sposi, per impedire loro di congiungersi in matrimonio. Io distruggo la bellezza delle vergini e muto il loro cuore, e porto gli uomini alla follia e alle brame disoneste ».

Il libro di Tobia non fa dunque che sfondare una porta già aperta. La descrizione della cacciata di Asmodeo da parte di Raffaele in Tobia 6:17-18 è legata proprio ad antichissime pratiche esorcistiche: Nell'Oriente antico si era convinti che il fumo nauseabondo fosse indigesto a spiriti e demoni, e che quindi li facesse fuggire. Si noti però che questo rito un po' ingenuo e quasi sciamanico non basterebbe da solo a salvare Tobia junior, se lo stesso Raffaele non intervenisse ad incatenare il demonio "nell'Alto Egitto", segno evidente dell'intervento di Dio che salva i Suoi protetti. Perchè nell'Alto Egitto? In epoche antiche si riteneva che i demoni abitassero in regioni lontane e deserte; infatti, appena Gesù si ritira nel deserto di Giuda a pregare, è assalito dalle tentazioni diaboliche (Mt 4:1); e in Mt 12:43 si ribadisce: « Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova ». L'Egitto era considerato all'estremità meridionale del mondo conosciuto, così come la Media era all'estremità nordorientale: come dire che Raffaele incatena il demonio agli antipodi del luogo dove si trovano Tobia e Sara, per renderlo definitivamente inoffensivo.

Da notare che, nei racconti di Sherlock Holmes, uno degli acerrimi nemici del leggendario investigatore è chiamato proprio Asmodeo Moriarty. Achikar Achikar, nominato più volte nel libro di Tobia (1:21-22; 2:10; 11, 19; 14:10), è in realtà il personaggio di un antico e popolarissimo romanzo orientale, "La Sapienza di Achikar". Tale testo extrabiblico racconta come il protagonista, divenuto ministro di un grande sovrano, adotta Nadab, un giovane parente a cui dà molti saggi consigli di natura sapieziale. Ma questi calunnia il suo benefattore presso il re. Tuttavia, poco prima che Achikar sia messo a morte, la verità viene a galla e il calunniatore è condannato al posto suo. A questa vicenda si fa esplicito riferimento in Tobia 14:10. La presenza di Achikar nel libro di Tobia appare dunque come un vero e proprio "crossover" tra saghe letterarie diverse, un po' come se in un romanzo storico venisse fatto comparire ad un certo punto il manzoniano Renzo Tramaglino. È proprio nella "Sapienza di Achikar" che viene citato il proverbio: « È bene tener nascosto il segreto del re » a sua volta riportato in Tobia 12:7 per bocca di Raffaele.

Probabilmente si riferisce al fatto che, durante la diaspora, molti Ebrei divennero consiglieri di sovrani orientali (uno per tutti: Mardocheo nel libro di Ester), e la segretezza era una delle doti principali richieste ad un consigliere. L'oracolo di Naum Una delle prove del fatto che il Libro di Tobia è molto più recente della maggior parte degli altri libri biblici è rappresentata dall'inclusione, in 14:4, dell'"oracolo del profeta Naum", un evidente riferimento ai capitoli 1-3 del libro del profeta omonimo, dove si profetizza la distruzione di Ninive. Con lo stile tipico del genere apocalittico, che contiene delle "rivelazioni" sul futuro (tale è il significato della parola Apokalypsis), come avviene ad es. nel libro di Daniele, il libro di Tobia presenta come venturi degli avvenimenti che si sono già verificati, in questo caso la caduta di Ninive nel 612 a.C. Il profeta Naum invece scriveva in effetti nel VII secolo a.C. quando Ninive era ancora in piedi e l'Assiria una grande potenza. La sua descrizione della rovina della più superba capitale del mondo ha però l'efficacia di un cronista di guerra: « La regina è condotta in esilio, le sue ancelle gemono come con voce di colombe percuotendosi il petto. Ninive è come una vasca d'acqua agitata da cui sfuggono le acque. "Fermatevi! Fermatevi!" ma nessuno si volta. Saccheggiate l'argento, saccheggiate l'oro, ci sono tesori infiniti, ammassi d'oggetti preziosi. Devastazione, spogliazione, desolazione; cuori scoraggiati, ginocchia vacillanti, in tutti i cuori è lo spasimo, su tutti i volti il pallore... » (Naum 2:8-11).

Storicità: I Re d'Assiria Il quadro storico del libro di Tobia, come rivelano già le prime battute del primo capitolo, è quello della diaspora israelitica. Le vicende di Tobia padre e di Tobia figlio andrebbero collocate a cavallo tra l'VIII e il VII secolo a.C., visto che: « Al tempo di Salmanàssar, re degli Assiri, egli fu condotto prigioniero da Tisbe, che sta a sud di Kades di Nèftali, nell'alta Galilea, sopra Aser, verso occidente, a nord di Sefet... » Tisbe è una cittadina della Galilea settentrionale, da non confondersi con Tisbe di Transgiordania, patria del profeta Elia (detto infatti "il Tisbita"); non a caso la tribù di Neftali (vedi il libro di Giosuè) era stanziata proprio nella Galilea settentrionale. Il Salmanassar qui nominato dovrebbe essere il quinto del suo nome, che regnò dal 727 al 722 a.C. e, dopo aver assediato Tiro, si volse contro Osea, re d'Israele (vedi il Secondo Libro dei Re); il suo successore Sargon II (722-705 a.C.) avrebbe espugnato Samaria, ponendo fine al regno settentrionale d'Israele. Come si vede, Salmanassar V non riuscì a portare a termine la conquista delle tribù settentrionali; eppure in 1:13 lo stesso Tobia senior afferma in prima persona di essere divenuto provveditore del re, come se questi avesse regnato ancora a lungo dopo la conquista.

Subito dopo Salmanassar sale al trono Sennacherib (705-681 a.C.), il re che aveva attaccato Gerusalemme ma che aveva dovuto ritirarsi perchè la pestilenza infuriava tra le sue schiere (2 Re 19). Forse rammentandosi di questo fallito attacco, l'autore anonimo del libro parla di una dura repressione scatenata dall'imperatore contro gli Ebrei. Ben presto però Sennacherib viene assassinato dentro il tempio di Nisroch dai suoi due figli Adram-Melech e Sarezer, e gli succede il terzo figlio Assaraddon (681-669 a.C.). Così Dante rievoca quell'episodio (Purgatorio XII, 52-54): « Mostrava come i figli si gittaro sovra Sennacherìb dentro dal tempio, e come, morto lui, quivi il lasciaro » Siamo a oltre quarant'anni dall'assedio di Tisbe di Galilea, e Tobia senior era già sposato con Anna ed aveva già avuto Tobia junior prima della deportazione; eppure la narrazione delle vicende non è ancora neppure cominciata.

Un quadro anacronistico E non è finita. In Tob 4:1 è citata Rage di Media, una cittadina dell'odierno Iran, che ai tempi dell'apogeo assiro non era certo una grande potenza nella quale potessero avere sede banche ed istituti di credito. In Tob 5:6 invece si parla di Ecbatana, la grande capitale della Media, corrispondente all'attuale Hamadan. L'impero dei Medi fu però fondato da Deioce (700-647 a.C.) e portato al massimo splendore da Ciassare (633-584 a.C.), molto tempo dopo gli eventi narrati dal libro di Tobia. Invece gli Ebrei (in questo caso nella persona di Gabael) appaiono già stanziati da tempo nelle principali città dell'Assiria e della Media, il che fa comprendere subito come l'autore sia di gran lunga posteriore ai fatti che racconta, e descriva non la situazione storico-geografica ai tempi degli Assiri, ma ai suoi tempi, quando forse anche l'impero persiano è già caduto, sostituito dai regni ellenistici, e gli Ebrei hanno fatto fortuna praticamente in tutte le città del Medio Oriente. Altrimenti come potrebbe Gabael, parente di Tobia, trovarsi già in Media prima ancora che egli abbia fatto carriera, se egli appartiene alla prima ondata della deportazione ebraica verso est? Vi è bensì un cenno nel libro di Tobia alla rovina di Ninive, che sappiamo avvenuta nel 612 a.C. ad opera del babilonese Nabupolassar e del medo Ciassare, ma quest'ultimo è chiamato Achiacar (forse una corruzione popolare dovuta al lungo periodo di trasmissione orale). Inoltre, per vivere dalla deportazione degli israeliti fino all'epoca della distruzione di Ninive, la città simbolo dei nemici di Israele, Tobia junior avrebbe dovuto davvero raggiungere i 117 anni che il libro iperbolicamente gli attribuisce (14:14).

Forse nel suo lasciare Ninive e trasferirsi ad Ecbatana vi è un ricordo dell'impero dei Medi e dei Persiani, subentrato a quello assiro dopo la rovina della superba capitale. In montagna o in pianura? Per di più, l'imprecisione della narrazione storica si estende a quella dei dati geografici. Infatti Rage ed Ecbatana distano tra loro almeno 300 Km, una distanza ben difficilmente percorribile «in due giorni interi di cammino» (Tob 5:6). Come se non bastasse, il testo della Vulgata dice: « Rage è sulle montagne ed Ecbàtana è nella pianura. » Si tratta di un'evidente incongruenza, perchè entrambe le città sono poste ad alta quota: Rage a 1132 metri ed Ecbatana a 2010. Infatti molte versioni moderne correggono il tiro traducendo: «Entrambe le città si trovano in montagna». Infine, in Tob 11:1 viene nominata la città di «Caserin, di fronte a Ninive» : un luogo assolutamente sconosciuto, forse confuso con Charran, l'attuale Urfa in Turchia, la città dell'alta Mesopotamia da cui Abramo iniziò il suo viaggio verso Canaan, chiamata Charrae dai Romani e per essi tristemente famosa poiché Crasso vi trovò la morte sconfitto dai Parti. Ma Charran si trova a 400 Km da Ninive, e non certo di fronte ad essa. Conclusione: come incerta e approssimativa è la cornice storica del libro di Tobia, così le indicazioni geografiche, che apparentemente paiono descrivere con esattezza le tappe di un lungo ed avventuroso viaggio, in realtà sono presentate alla luce di semplici conoscenze popolari, reminiscenze di eventi lontani della storia d'Israele. Si direbbe che l'autore voglia limitarsi a destare la curiosità dei lettori per contrade lontane dal sapore esotico, senza scrupoli di esattezza storica o geografica.

Significato: Che dire, in conclusione, di un libro come quello di Tobia? Le parole più adeguate a descriverlo sembrano quelle usate da Martin Lutero: « Se si tratta di storia, è storia sacra; se si tratta di poesia, è un poema davvero bello, salutare e proficuo, opera di un poeta geniale, commedia fine e amabile » Si noti che il libro di Tobia esalta fin dall'inizio le opere del giusto che gli procurano la salvezza, com'è per Tobia senior il seppellire i morti; una tesi in netto contrasto con le idee del padre della Riforma. Se dunque lui la esaltava, noi non possiamo far altro che trovarci d'accordo. Il libro di Tobia rappresenta certamente la celebrazione della fedeltà alla Legge anche in mezzo a difficoltà e persecuzioni: il giusto che obbedisce ai precetti è beneficato da Dio secondo la ben nota "teoria della retribuzione". Ma il libro di Tobia va al di là, mostrando - attraverso la vicenda del giusto Tobia divenuto cieco - che Dio può anche mettere alla prova gli innocenti, ma non li abbandona mai, veglia sempre su di loro e li rimerita al tempo debito. E questo messaggio suona speranzoso e consolante anche per noi, credenti dell'era spaziale.

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15 mars 2016 2 15 /03 /mars /2016 17:59
La strage degli innocenti

 

Fuga in Egitto e strage degli innocenti

 

Matteo 2: 13-18. [13]Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».

[14]Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, [15]dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.

[16]Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. [17]Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:

[18]Un grido è stato udito in Rama, 

un pianto e un lamento grande;

Rachele piange i suoi figli

e non vuole essere consolata,

perché non sono più.»

Carissimi, possa il Signore dei signori aprire le nostre menti per comprendere le Scritture, perché la lettera uccide, ma lo spirito vivifica. (2 Corinzi 3:6)

Al tempo di Erode, alla nascita di Gesù Cristo, molte famiglie hanno avuto dei neonati; ma solo la coppia Giuseppe e Maria hanno avuto la grazia di non conoscere il massacro perpetrato da Erode, questo perché divinamente avvertiti da un angelo del Signore (Matteo 2: 13) Benché Giuseppe e Maria avessero già ricevuto la loro rivelazione su questo bambino essi avranno ancora in più, bisogno della rivelazione per salvaguardare il bambino (fuggendo in Egitto).

Cari in Cristo, non accontentatevi di fare pubblicità o di gridare forte che avete ricevuto Gesù Cristo nella vostra vita, se nessun segno di vita di Gesù sulla terra si manifesta in voi dalla vostra comprensione delle Scritture. Poiché sta scritto: “Colui che dice di dimorare in lui, deve camminare come ha camminato LUI stesso. 1 Giovanni 2:6” ed anche: Ebrei 13: 8 “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre

 

Giuseppe e Maria ricevettero la rivelazione nella loro vita, a quanto più forte ragione potremmo noi camminare con Cristo senza lo Spirito di sapienza, d‘intelligenza, di consiglio, di forza, di conoscenza e timore dell’Eterno Signore? (Esaïe11: 2).

[2]Su di lui si poserà lo spirito del Signore, 

spirito di sapienza e di intelligenza, 

spirito di consiglio e di fortezza, 

spirito di conoscenza e di timore del Signore

Cosa v’insegna lo Spirito di verità, ricevete voi, ricevi tu la rivelazione da parte di Lui?

(Giovanni 16: 12-15). [12] Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. [13]Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. [14]Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. [15]Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.»

Non è bene di far primeggiare i nostri pensieri umani e credere di avere una ispirazione nella grazia di Dio.

Giuseppe con dei pensieri umani avrebbe potuto credere che il bambino, per il fatto che non aveva ancora compiuto la sua missione di salvare il Suo popolo non doveva lasciare Betlemme allorquando gli è stato rivelato che Erode cercherà di ucciderlo!

Così, figli di Dio, noi vorremmo piangere e non volere essere consolati come Rachel a Rama ? (Matteo 2: 18) Anche essa aveva avuto un neonato in quella stessa epoca, ma lei non ha avuto la rivelazione. Ciò significa che il Cristo che è il vero Dio, in ogni luogo che è invocato o predicato, questo è per lo Spirito di verità che compie la sua missione rivelatrice (cfr Mt 10:. 20). «non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.»

 

Si noti che ci sono stati due campi, il campo della rivelazione, quello di Giuseppe e Maria, e l'altro quello di Rachel ... Dio parla ancora oggi, dobbiamo cercare il suo volto fidando nella sua grazia che ci ha offerto in Gesù Cristo, solo e unico Salvatore. (Giovanni 10: 27).

«Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.»

Caro credente in Cristo, prenditi in mano, e conformati alla santa dottrina che ci è annunciata nel Vangelo e facciamo riferimento alle Sante Scritture anche osservando i nostri progressi nella vita cristiana! Dobbiamo avere lo stesso cammino che è quello che hanno testimoniato di Gesù Cristo negli Atti degli Apostoli.

O allora vi è, ci sono in noi, delle modifiche o del modernismo nella fede ? (Matteo 28: 20) e «insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Meditiamoci su perché sono troppo profonde queste parole del Signore.

Colui che ha delle orecchie intenda ciò che lo Spirito dice alle Chiese!

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29 février 2016 1 29 /02 /février /2016 10:15
LA TRINITA’ NELLA BIBBIA


Vi è unicità SULLA TRINITA’  parlando di: DIO, la Sua PAROLA incarnata in Gesù Cristo, e lo SPIRITO SANTO di DIO, (UN SOLO DIO) per i Cattolici romani ed i cristiani Evangelici.

I libri sacri della Bibbia sono la rivelazione del DIO CREATORE dell'universo, e il nostro Dio NON è il Dio di CONFUSIONE, tutta la Sua rivelazione deve essere accettata tale e quale Essa è: Perché, c’è UNIFORMITA’ nella DIVERSITA’ dei momenti esistenziali dei vari e differenti Profeti che hanno ascoltato la Parola di Dio, e dei mezzi di rivelazione attraverso i quali Dio ha parlato.

Dio ha parlato. Coloro che hanno trasmesso il messaggio verbale ricevuto, e coloro che lo hanno scritto, lo hanno fatto nell’uniformità. Da tutta l'eternità Dio ha parlato agli uomini. da millenni Dio si rivela con la trasmissione orale, e nei Libri Sacri da oltre 3000 anni: La Torá, la Bibbia e i Vangeli sono la prima vera fonte storica.

Nella TORA, Dio si rivela ai Suoi profeti, e dunque a l'umanità, in quanto DIO UNICO: '' Dio disse a Mosè: Io sono colui che sono '' Esodo 3:14 ... .. '' l’Eterno'' versetto 15 (L’Eterno è colui che non ha inizio né fine, che non è stato creato né generato). Egli è Dio invisibile. Da tutta l’eternità passata, presente e futura. EGLI E’ '' Io sono l’Eterno il tuo Dio ... .. Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai nessuna immagine ......... Non ti prostrare davanti a loro ... "Esodo 20: 2 ss.

Dio si serve dei suoi profeti (messaggeri) per comunicare con gli uomini (profeta è chi parla nel nome di Colui che lo ha mandato, egli non parla della sua persona o delle sue convinzioni, lui non interpreta la volontà o i disegni di Dio, ma è il porta Parola [messaggero che parla], la voce di Dio, colui che trasmette il Suo messaggio).

 

Tutti i veri profeti, non hanno nulla tolto ne aggiunto al messaggio che Dio aveva loro affidato. Essi iniziano i loro discorsi con: '' Dio ha detto; Dio ha parlato; Così dice il Signore '' Quello che dicono è la Parola immutabile di Dio.

Dio disse a Mosè: “Va dunque, io sarò con la tua bocca, e t'insegnerò quello che dovrai dire” Esodo 4:12 Il profeta Balaam disse ai messaggeri di Balak, re di Moab: ''passate qui la notte e io vi darò la risposta, secondo quello che il Signore mi dirà'' Numeri 22: 8; ''Io dirò le parole che Dio metterà nella mia bocca'', dice Balaam a Balak Numeri 22: 38
Nella lettura Evangelica di tutta la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, Dio è UNO, e non c'è posto per l’adorazione delle immagini, delle statue, di preghiere da fare ai santi o a madonne che piangono. Né tantomeno per un pontefice, un capo, che lo rappresenti sulla terra com’è nei cattolici.

L'unità di Dio non esclude la distinzione tra le Persone Divine. DIO è UNO. Ci sono diversi nomi che dicono chi è Dio, ma nella TRINITA’ increata : Dio Padre, Dio Figlio (la Sua Parola) e (Dio in azione), lo Spirito Santo è affermato l’Essere Dio, l'essenza unica di Dio.

Il Figlio di Dio è il Verbo incarnato, increato (Non è stato creato né generato), EGLI è pre-esistente in Dio Padre in quanto PAROLA di DIO. Infatti Gesù poteva dire, '' Io e il Padre siamo UNO (una cosa sola) '' Giovanni 10:30 ‘'Chi ha visto me ha visto il Padre'' Giovanni 14: 9 ''Credetemi, io sono nel Padre, e il Padre è in me '' Giovanni 14: 11.

Gesù è la PAROLA CREATRICE di DIO (da Lui, per mezzo di LUI, tutto ciò che esiste è stato creato), IMMUTABILE ed ETERNA PAROLA di DIO (il Verbo eterno di Dio), che non è un SECONDO DIO e lo Spirito Santo di Dio non è un terzo DIO. Egli è UNO nelle tre persone che si manifestano agli uomini.


Da tutta l'eternità Dio crea e parla attraverso la Sua Parola. In un progetto di salvezza, secondo la Sua legge Levitica del diritto di riscatto contro la schiavitù e la cattiva gestione, Dio manda la Sua Parola sotto forma di Figlio, Gesù il CRISTO.

Dio si presenta all'umanità in quanto tenero amorevole Padre. E' alla Sua divina Parola fatta carne, per mezzo di una vergine che fù incinta per la virtù dello Spirito Santo di Dio che diede un involucro umano alla Parola di Dio. Il Creatore nel Suo atto di amore, si fece Figlio. (..... affinché suo Figlio sia il primogenito di molti fratelli.) Romani 8: 26.

''Nel principio era la Parola (il Verbo), e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio.'' Vangelo di Giovanni 1: 1 e 2 (parla di Gesù Cristo, che è la Parola di Dio).

''Ogni cosa (Tutto) è stata fatta per mezzo di lei, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. (Versetto 3) ... E’ venuto in casa Sua (fra la sua gente, In forma umana), e i Suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto, ha dato il diritto di diventar figlioli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma son nati da Dio '' Giovanni 1: 12 e 13 Gesù il Cristo (la Parola NON creata, increata), è l'espressione della persona e del pensiero Divino, venuto sulla terra in forma umana.

 

Ma dobbiamo capire che la divinità di Colui che ha in mano SUA, tutto l'universo creato, non può essere confinata, rinchiusa all'interno di un corpo umano. Il Re Salomone ha detto che (i cieli ed i cieli dei cieli non possono contenerlo) 2 Cronache 2:6, Dunque, Gesù, figlio di Maria, è vero uomo, partorito da una donna. Formato nel grembo di Maria, in assenza di gamete maschile per volontà di Dio, opera dello Spirito Santo.

Gesù nella sua carne è perfettamente uomo, soggetto alle stesse tentazioni che noi, (poiché, in quanto egli stesso ha sofferto essendo tentato, può soccorrere quelli che sono tentati) Ebrei 2:18; fratello dell‘uomo, alla sua risurrezione, Gesù disse a Maria Maddalena e a l'altra Maria, “Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea; la mi vedranno“. Matteo 28:10 I Suoi fratelli sono degli uomini e delle donne Suoi discepoli.

Sulla croce non è Dio che è morto, (assurdità) ma Gesù l'uomo, che ha dato se stesso in sacrificio, il figlio di Maria moglie di Giuseppe che non era il padre biologico di Gesù. Nella Sua sofferenza e il Suo sacrificio espiatorio Egli é l'Uomo, il solo, l'unico senza peccato, fratello dell'uomo, e quindi può compiere il RISCATTO degli uomini peccatori credenti.

Non pensare troppo a Gesù come solamente e pienamente Dio, Gesù é anche completamente UOMO. La grande bestemmia che l'umanità ha inventato (dogma della Chiesa cattolica romana) è che Maria (una creatura) possa essere la “Madre di Dio” (il Creatore).

Sulla croce non è Dio che è morto, ma l'Uomo Gesù.

Gesù, Lui stesso, si pone dei limiti quando Egli afferma che ci sono cose che solo il Padre conosce, come ad esempio: quello che riguarda il “ritorno del re sulla terra”, Gesù dice: “Ma quant’è a quel giorno ed a quell'ora nessuno lo sa, neppure gli angeli dei cieli, neppure il Figliolo, ma il Padre. solo '' Matteo 24:36.

Gesù nella preghiera che ha insegnato ai suoi discepoli Egli dice: 'Padre NOSTRO che sei nei cieli!' Matteo 6:9. Nel Getsemani, la sottomissione di Gesù Uomo è chiara: '' Padre mio, ... .. non quello che io voglio, ma ciò che Tu vuoi ..... Che la tua volontà sia fatta '' Matteo 26: 39 e 42;

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22 février 2016 1 22 /02 /février /2016 11:36
Perché è stato necessario il sacrificio di Gesù ?

 

L'Agnello di Dio immolato, morto sulla croce


L’agnello che prende su di sé i peccati dell'umanità ricorda la Pasqua giudaica del popolo schiavo in Egitto dell'Esodo 12.

Perché, Ebrei 1:1-3 “Iddio, dopo aver in molte volte e in molte maniere parlato anticamente ai padri per mezzo de’ profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante il suo Figliolo. Che Egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale pure ha creato i mondi; il quale, essendo lo splendore della Sua gloria e l’impronta della sua essenza e sostenendo tutte le cose con la parola della sua potenza, quand’ebbe fatta la purificazione dei peccati, si pose a sedere alla destra della Maestà nei luoghi altissimi ''.

Dio si è fatto uomo per salvare, noi peccatori: “Compreso me (scrive S Paolo), ''difatti, tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” Romani 3:23 ''Se diciamo che siamo senza peccato, facciamo di Lui un bugiardo e la Sua Parola non è in noi.'' 1 Giovanni 1:10;

Credersi puro senza avere mai fatto del male, senza avere fatto qualche cosa contro la volontà di Dio è peccato. '' Come è scritto, Non c'è nessun giusto. Nemmeno uno solo. Nessuno è intelligente, nessuno cerca Dio; Tutti si sono allontanati, tutti sono pervertiti; Non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno '' Romani 3: 10-12

Il peccato ci separa da Dio per l'eternità! '' Perché se Dio non risparmiò gli angeli che hanno peccato, ma li inabissò confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio '' 2 Pietro 2: 4. Versetto 9 “Il Signore sa trarre i pii dalla tentazione e riserbare gli ingiusti ad essere puniti nel giorno del giudizio”

Gesù disse a illustrare la sua incarnazione: Matteo 21:33.39 Nella Parabola dei vignaioli omicidi:

«[33] Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. [34] Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. [35] Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. [36] Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. [37] Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! [38] Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. [39] E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.»

"Il padrone è Dio, il Figlio è Gesù, la vite è la terra dove Dio ha messo gli uomini a dare i suoi frutti, i viticoltori sono uomini che non hanno ricevuto i profeti e la Parola di Dio in Cristo, e ucciso dei profeti e come il Figlio di Dio sulla croce.

L'umanità ribelle a Dio, l'uomo peccatore, non poteva essere riconciliato con Dio per sé, con le sue azioni, l’uomo non può redimere la sua anima peccatrice. Il riscatto di ogni uomo decaduto poteva essere possibile solo attraverso l'uomo Gesù, che non ha mai peccato, il fratello, il suo parente più prossimo, l'unico autorizzato al riscatto secondo la Legge Levitica.

Se non è per l'Uomo Gesù, che si è fatto nostro fratello, non c’è possibilità di riscatto secondo la legge levitica, che stipula un riscatto possibile solo s’è fatto da uno stretto parente, se così non fosse, sarebbe un atto ingiusto, gratuito di Dio.

È in questo che deve essere vista la necessità del dono di sé stesso di Gesù, che Uomo, può esercitare il suo diritto al riscatto dei suoi fratelli gli uomini, pagando non con dei soldi o dell’oro, ma con il Suo sangue purificatore versato sulla croce, la Sua vita donata in sacrificio espiatorio prendendo su di Lui tutti i peccati, dell'umanità.

Una condizione é posta all'uomo peccatore: con un atto di fede, è indispensabile l'accettazione della salvezza vicaria di Gesù. Liberamente, ogni uomo, ogni donna deve riconoscersi peccatore, credere e dire, in se stesso convinto:

Gesù è morto sulla croce a causa dei miei pescati e il suo sacrificio è valido presso Dio affinché io possa essere ripulito e rivestito di una veste bianca. Non è a causa di miei meriti che io potrei essere accettato da Dio, ma solo purificato dal sangue di Cristo, io posso essere ricevuto da Dio nel suo Regno celeste.
Il cristianesimo è dunque la religione della redenzione, perché '' il salario del peccato è la morte, '' Romani 6:23
il perdono di Dio non poteva essere fatto gratuitamente. La sua giustizia richiede una punizione per la trasgressione, la giustizia non poteva cambiare in ingiustizia. Questo sarebbe un incentivo a fare il male, se alla fine tutto sarebbe stato perdonato a tutti, senza la necessità di condanna o di riscatto Levitico .

Il peccato è la trasgressione della legge di Dio, è qualsiasi disobbedienza alla volontà di Dio rivelata. Non ci sono “piccoli peccati” che non hanno bisogno del perdono di Dio. Il più grande comandamento di Dio è amore!

Vi è quindi un costo per il riscatto, e lo ha pagato con il Suo sacrificio l'Agnello di Dio, il sangue innocente versato da Gesù Cristo. Questo sacrificio NON costa nulla all'uomo che ha avuto un pentimento sincero, perché ''ma il dono gratuito di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. '' Romani 6:23

La vita eterna con Dio e i suoi angeli è una certezza per il credente evangelico, non é un forse, ma un credo nella promessa della vita eterna con Dio, perché questa non si basa sui miei eventuali meriti, ma mi è stata data per grazia, nello stesso momento che ho accettato Gesù nella mia vita di peccatore.


Gesù è l'unico uomo nella storia del genere umano che è stato in grado di affermare che Egli è senza peccato, (Giovanni 8:4) “Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? [47] Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio» Questo ha detto Gesù. Cioè chi può veramente dire che io sono un pescatore?

Per far fronte anche con quello che lo stesso Giovanni scrive nella sua 1° Epistola 3: 5 ''[5] «Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre

San Paolo spiega in 1 Corinzi 15: 45-50 “[45] il primo uomo, (Adamo), divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo (Gesù uomo) divenne spirito datore di vita. [46] Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. [47] Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. [48] Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. [49] E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. [50] Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.»

1Corinzi 15: “22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti vivificati; ... 24 Quand’Egli avrà rimesso il regno nelle mani di Dio Padre .... 28 E quando ogni cosa Gli sarà sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti. '' 1 Corinzi capitolo 15.

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4 février 2016 4 04 /02 /février /2016 11:53

 

Maometto, in aramaico Muhammad (il lodato) (nato alla Mecca verso l’anno 570 -. 632 Medina) profeta dell'Islam. Orfano dalla nascita, Muhammad è stato allevato da uno zio e molto presto fu messo alla pastorizia.

In seguito entrò al servizio di una ricca vedova, Khadija. Egli accompagna le sue carovane in Siria, Khadija prima lo associa ai suoi affari e poi lo sposò. Hanno avuto sette figli: Tre maschi che non hanno vissuto, e quattro figlie; la più giovane sposò Alì, cugino di Maometto, assicurando così la discendenza del Profeta. La Mecca, città carovaniera, era il luogo di un pellegrinaggio politeista, tuttavia, l'esistenza di una corrente monoteistica vi è attestata.


Maometto aveva preso l'abitudine di meditazioni solitarie in una grotta sul monte Hira; è li che per mezzo di sogni prima, e di visioni poi, qu’egli ha avuto, secondo la tradizione, attraverso l'Arcangelo Gabriele, (?), la rivelazione della missione che Dio lo investiva.

Il suo entourage ha ricevuto il suo messaggio e lo ha incoraggiato; I ricchi mercanti della Mecca hanno respinto una dottrina monoteista che rovinava i loro interessi; Gli umili formarono un gruppo di seguaci.


Nel 619, avendo perso due fedeli alleati, Khadija e suo zio Abu Talib, Maometto ha dovuto cercare rifugio fuori della Mecca, dove ormai si opponeva allo zio paterno Abu Lahab.

Dei contatti sono stati realizzati con le tribù della città di Yathrib, palmeto nel N-O della Mecca, che cercavano un mediatore. Maometto ed i suoi seguaci emigrarono lì nel 622. Questa emigrazione (hidjra, agira) è il punto di partenza dell’era musulmana e Yathrib fu rinominata Madinat al Nabi (la città del Profeta, Medina).

Muhammad a Medina organizza la comunità musulmana (umma), composta da due gruppi uguali di seguaci: Il Muhädjirün, emigranti della Mecca e gli Ansar, discepoli di Medina. Rianimando la fede monoteista d’Abramo (Ibrahim).

Muhammad dà radici puramente arabe a l'organizzazione culturale e liturgica (ch’egli precisa nel corso degli anni). Vittorie e sconfitte militari si alternarono contro gli abitanti della mecca, che conclusero un patto con Maometto (628) che consente il pellegrinaggio e che prevede una tregua di dieci anni.

Nel 630, i meccani avendo rotto la tregua, Maometto prende possesso di due città, distruggendo gli idoli, decretò un'amnistia generale e tornò a Medina. Gli ultimi avversari si sono radunati a lui intorno al 632, tutta l'Arabia era stata praticamente islamizzata. Muhammad fece il pellegrinaggio (dell‘addio) a La Mecca e ne codifica i riti (Hajj), al ritorno si ammalò e morì l'8 Giugno 632. Muhammad (il lodato) (Mecca verso 570. Medina 632).


Abù Bakr o Abù Bekr: (573 La Mecca - Medina 634), il suocero e successore di Maometto; apre nel 632 il regno dei primi quattro califfi arabi, innesca la conquista islamica e comincia (?) a riunire i frammenti sparsi oralmente del Corano.
Omar o Umar (Ibn al-Khattab) (La Mecca, verso 583 - Medina 644), secondo califfo dell'Islam (634-644). diffonde l'Islam, conquistando la Mesopotamia (636), l’Egitto (640), e una parte della Persia (642). Fissò l'era dell'Egira (622).


Ali (ibn Abi Talib) (La Mecca verso il 600 - Kufa 661), quarto califfo musulmano, marito di Fatima, figlia del Profeta (622). Eletto Califfo nel 656 deposto da Mu'awiyya nel 659, fu assassinato nel 661. Gli sciiti lui attribuirono poteri semi divini, che gli sarebbero venuti da Maometto e dei quali hanno ereditato i due figli, Hasan e Husayn.
L'Islam è apparso sei secoli dopo la venuta di Issa ibnoullah (Gesù figlio di Dio) Mohammed sarà un architetto di talento per costruire il Corano con materiali differenti !

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4 janvier 2016 1 04 /01 /janvier /2016 18:30
La Vera Chiesa Cristiana

 

“E Dio ne ha costituiti alcuni nella chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come dottori; poi ha ordinato le potenti operazioni; quindi i doni di guarigione i doni di assistenza e di governo e la diversità di lingue.” (1Co 12:28) “…. a loro non solo io, ma anche tutte le chiese dei gentili rendono grazie. 5 Salutate anche la chiesa che è in casa loro; …..” (Romani 16:5: Salutate anche la chiesa che è in casa loro; salutate il mio caro Epeneto il quale è la primizia dell’Acaia in Cristo. »Rom 16:4-5)“…e sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non la potranno vincere.” (Mat 16:18)

Significato generale di chiesa:

La Chiesa è una raccolta di gente in un qualsiasi posto della terra, riunita in assemblea. La parola Chiesa viene dal Greco ekklesia che significa chiamato fuori (Ek = fuori da, Kaleo = chiamare) cioè chiamato fuori dal mondo, ovvero, salvato e diretto in Cielo. Nel Nuovo Testamento ‘chiesa’ appare 118 volte, come Chiesa 115, come Assemblea 3 volte.

Nel senso Cristiano:

a) Una assemblea di religiosi Cristiani riuniti per adorare !

b) Una compagnia di Cristiani, di tutti coloro che sperano l’eterna salvezza attraverso Gesù Cristo, osservando i loro riti religiosi, tenendo i loro incontri religiosi e agendo secondo le regole scelte e prescritte dal gruppo per mantenere l’ordine,

c) Tutti coloro che in qualunque luogo, in una città, villaggio o casa costituiscono tale compagnia e sono uniti in un corpo,

d) Il completo corpo Cristiano sparso attraverso il mondo,

e) L’assemblea dei fedeli Cristiani già morti e ricevuti in cielo.

Il vero significato di Chiesa dunque sarebbe la totale somma di:

f) TUTTI coloro che mettono la loro totale fede per la Salvezza nel sacrificio espiatorio di Cristo sulla croce, e niente altro. Questo indipendentemente da quale gruppo o denominazione religiosa che appartengono, perché è Cristo, e solo Cristo, che salva, e NON una qualsiasi organizzazione umana.

Il Cristianesimo sulla terra, nel naturale senso di visibile, non è mai stato un movimento unico ma sin dagli inizi, (nella maggior parte della sua storia con la possibile eccezione attorno all’anno 31 del primo secolo dalla crocifissione di Gesù alla conversione di Paolo), frammentato e diversificato come un albero che produce molti rami, dopo quel brevissimo periodo ci sono sempre stati gruppi in competizione fra loro nella interpretazione di alcuni punti della fede, ognuno seriamente, devotamente e in preghiera si credeva di essere e di rappresentare la « vera » Chiesa su tutta la Cristianità. (Così è la natura umana)

Brevemente una piccola storia naturale della chiesa:

Nel primo secolo, c’erano almeno 3 divisioni dentro il movimento Cristiano.

I Giudei Cristiani (guidati da Giacomo, il fratello di Gesù, i discepoli di Gesù e i loro seguaci), i Cristiani Paolini (seguaci di Paolo) e i Cristiani Gnostici (gente che credevano che la salvezza veniva attraverso conoscenza segreta). Naturalmente ogni gruppo credeva di essere la sola vera chiesa, ed erano altamente critici delle altre due. (come succede ai giorni nostri).

A seguito dell’Editto di Milano dell’Imperatore Costantino che faceva del Cristianesimo la religione di stato, nel quarto secolo l’Imperatore Teodosio emise una serie di decreti per sopprimere le religioni rivali, con ordini di chiudere i loro templi, con multe, la confisca dei beni, imprigionamenti e morte a chi continuava, fedele alle vecchie religioni pagane.

Ed anche la chiesa ufficiale usava il potere dello stato per programmare oppressione, esilio o sterminio dei vecchi pagani e anche degli Gnostici cristiani. L’autorità della chiesa si era concentrata in cinque vescovadi o patriarcati localizzati a:

Alessandria, Atiochia, Costantinopoli, Gerusalemme e Roma. Anche se ufficialmente il loro status era di eguaglianza, il vescovo di Roma era considerato il primo fra uguali, per il fatto che era localizzato a Roma, la capitale.

Nel sesto secolo, soltanto il Cristianesimo Paolino era sopravvissuto nell’area mediterranea nella forma di una divisa chiesa cattolica. Il cristianesimo gnostico era stato soppresso e il cristianesimo giudeo era morto. C’erano gruppi cristiani indipendenti in Egitto, India e altri posti che non facevano parte del Cattolicesimo.

Nel 1054 un grande scisma formalmente divise il Cristianesimo in due maggiori gruppi; Cattolico Romano nell’Europa Occidentale e le chiese Ortodosse nell’Oriente, come è ancora oggi.

Poi nel 1517 Martino Lutero avviò la Riforma Protestante con Calvino (e altri) provvedendo alla fondazione teologica perche questo movimento potesse fiorire.

Dal sedicesimo secolo ai giorni nostri il Protestantesimo divenne sempre più frammentato in oltre una dozzina di denominazioni, e migliaia di variazioni individuali. I Romani Cattolici e gli Ortodossi Orientali rimanendo praticamente gli stessi nei loro Dogma, Gerarchia e sacre pompe religiose.

Comunque, dobbiamo chiarire che anche con tutte queste variazioni teologiche e modi di culto, la centralità di cristo, come il Salvatore è comune in, praticamente, tutti i gruppi. Cristo essendo il fattore unificante, perciò si può dire che c’è unità in Cristo. In altre parole, se uno spogliasse ogni denominazione dalle loro peculiarità in: aggiunte, tradizioni, culto, governo, dogmi, eccetera quello che rimarrebbe in comune sarebbe il credo che Cristo salva i peccatori, e questo è il fattore comune fra i raggruppamenti Cristiani.

Naturalmente oggi, come sempre nel passato, ogni « chiesa » sostiene di essere la « vera » chiesa e tutte le altre false. Questa è sciocchezza perché Gesù non ha stabilito nessuna chiesa formale e nemmeno diede direzioni di costruire tale cosa come una organizzata istituzione umana. Nemmeno gli Apostoli misero in piedi tale struttura, ma leggendo il Nuovo Testamento vediamo solo chiese locali.

Nel senso spirituale

e avendo lasciato cadere tutte le idiosincrasie umane, la definizione della Chiesa di Cristo è semplice, chiara e vera: « La Chiesa di Cristo è la sola vera chiesa ed è composta da TUTTI quelli che Dio, il Padre, ha eletto alla salvezza e conforme alla statura di Suo figlio, Gesù Cristo ». Questi Dio li ha dati a Cristo ed egli in nessun modo li perderà: “E’ questa la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda niente di tutto quello che egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.” (Giovanni 6:39)

Questi sono gli eletti ordinati alla salvezza prima che il tempo fosse (Efesini 1:5: avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà, »Efesini 1:4,5) e quelli per i quali Gesù venne per espiare i loro peccati sulla croce, facendoli redenti alla salvezza. Questa è la vera CHIESA di Cristo, sono le Sue pecore e loro lo conoscono e riconoscono la Sua voce e lo seguono: “3 A Lui apre il portinaio; le pecore ascoltano la Sua voce, ed Egli chiama le Sue pecore per nome e le conduce fuori. 4 E, quando ha fatto uscire le Sue pecore, va davanti a loro; e le pecore lo seguono, perché conoscono la Sua voce.” (Giovanni 10:4: E, quando ha fatto uscire le sue pecore, va davanti a loro; e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. »Giovanni 10:3-4).

La maggior parte della gente pensa che la chiesa sia una organizzazione terrena con il suo scheletro gerarchico, pratiche peculiari e un corpo di sacerdoti con le loro esecuzioni mistiche e con elaborati edifici per i loro culti templari. I quel caso sicuramente la chiesa di Roma è decisamente la migliore,

MA la Chiesa di Cristo è spirituale, NON naturale ed è composta SOLTANTO dal Suo popolo che Egli venne a salvare: “Ed ella partorirà un figlio e tu gli porrai nome Gesú, perché Egli salverà il suo popolo dai loro peccati».” (Matteo 1:21).

La Vera Chiesa consiste di tutti quelli che sono rigenerati da Cristo Gesù, quelli che sono Veri Cristiani salvati.

Come possiamo discernere nella carne se una chiesa è veramente cristiana o no? Beh! Cristiano significa « Seguace di Cristo », perciò tutto quello che dobbiamo fare è di assicurarsi se una chiesa veramente segue l’insegnamento di Cristo e dei Suoi Apostoli. Durante i tempi passati tanta discordia e divisioni fra chiese era sopra secondarie punti di dottrina, separiamo dunque le Dottrine Indispensabili da quelle Secondarie:

Dottrine Indispensabili: sono quelle che non possono essere negate o modificate perché la Scrittura dichiara che negarle porta giudizio da Dio, queste sono essenziali per essere veramente Cristiani:

1. Esiste un solo Dio (Esodo 20:3; Isaia 44:6: Così dice l’Eterno, il re d’Israele e suo Redentore, l’Eterno degli eserciti: «Io sono il primo e sono l’ultimo, e all’infuori di me non c’è DIO. Isaia 44:8: Non spaventatevi, non temete! Non te l’ho forse annunciato e dichiarato da tempo? Voi siete miei testimoni. C’è forse un Dio all’infuori di me? Non c’è altra Rocca; non ne conosco alcuna». »Isa 43:10; 44:6,8)

2. Dio esiste in Una Trinità di persone: Padre, Figlio e Spirito Santo (Mat 28:19)

3. Gesù nacque da Maria vergine (incarnazione) (Matteo 1:20: Ma, mentre rifletteva su queste cose, ecco che un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria come tua moglie, perché ciò che è stato concepito in lei è opera dello Spirito Santo. »Mat 1:18,20)

4. Gesù venne nella carne (1. Giovanni 4:2: Da questo potete conoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio. 1. Giovanni 4:3: E ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, non è da Dio; e questo è lo spirito dell’Anticristo che, come avete udito, deve venire; e ora è già nel mondo. »1Gi 4:1-3)

5. Gesù è Dio, (la Parola di Dio fatta carne) (Giovanni 1:14: E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità. »Giovan 1:1,14; 1Ti 3:16; Col 2:9).

6. Gesù risuscito da morto fisicamente (Giovanni 2:20: Allora i Giudei dissero: «Ci son voluti quarantasei anni per edificare questo tempio, e tu lo ricostruiresti in tre giorni?». Giovanni 2:21: Ma egli parlava del tempio del suo corpo. »Gio 2:19-21; 1Co 15:14).

7. (Rom La Salvezza è per Grazia mediante la Fede 5:1; Efesini 2:9: non per opere, perché nessuno si glori. »Efesini 2:8-9; Galati 3:2: Questo solo desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito mediante le opere della legge o attraverso la predicazione della fede? Galati 5:1: Esortazione a conservare la libertà cristiana State dunque saldi nella libertà con la quale Cristo ci ha liberati, e non siate di nuovo ridotti sotto il giogo della schiavitù. Galati 5:2: Ecco, io, Paolo, vi dico che se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla. Galati 5:3: E daccapo attesto ad ogni uomo che si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta la legge. Galati 5:4: Voi, che cercate di essere giustificati mediante la legge, vi siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia. »Gal 3:1-2; 5:1-4)

8. Il Vangelo, (la Buona Notizia) è la morte, la sepoltura e la risurrezione di Gesù (1. Corinzi 15:2: e mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente quella parola che vi ho annunziato, a meno che non abbiate creduto invano. 1. Corinzi 15:3: Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch’io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, 1. Corinzi 15:4: che fu sepolto e risuscitò a il terzo giorno secondo le Scritture, »1Co 15:1-4; Galati 1:9: Come abbiamo già detto, ora lo dico di nuovo: Se qualcuno vi predica un evangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia maledetto. »Gal 1:8-9)

9. Comandamento del Signore: Battesimo (Mat 28:19; Mar 16:16)

10. Comandamento del Signore: Comunione (Santa Cena) (1. Corinzi 11:24: e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Prendete, mangiate; questo è il mio corpo che è spezzato per voi; fate questo in memoria di me». 1. Corinzi 11:25: Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me». 1. Corinzi 11:26: Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga. »1Co 11:23-26).

Dottrine Secondarie : Possono essere credute o no, esse non precludono la Salvezza:

Predestinazione, elezione, redenzione limitata e libero arbitrio,

Culto il Sabato o la Domenica,

Rapimento: Pre, Mid o Post tribolazione ,

Millennio: Pre, Post o A; Preterismo,

Continuazione o cessazione dei doni carismatici,

Casta Sacerdotale.

Pratiche da evitare: Queste detraggono dall’adorare il Solo Dio in Spirito e Verità, inoltre sono fortemente condannate dal secondo comandamento.

(Esodo 20:5: Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai, perché io, l’Eterno, il tuo DIO, sono un Dio geloso che punisce l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, Esodo 20:6: e uso benignità a migliaia, a quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. »Eso 20:4-6)

Adorazione di Madonne e santi,

Adorazione di Immagini, statue e icona,

Preghiere per i morti, Animismo.

Per esempio, se una chiesa nega che Gesù è venuto nella carne, o fisicamente risuscitato dai morti, allora non è cristiana. Similmente, i Mormoni negano che esiste un Dio solo e negano anche che la salvezza è per grazia mediante la fede. I Testimoni di Geova negano la Trinità, la deità di Cristo, la salvezza per Grazia, la risurrezione di Cristo.

Perciò questi non sono cristiani. Una chiesa che mette l’adorazione di Maria alla stessa altezza (o anche sopra) di quella di Cristo è una chiesa compromessa e non veramente Cristiana, come sonoramente condannata dal secondo comandamento.

La Vera Chiesa è composta dagli eletti di Dio che Cristo ha riscattato con il Suo prezioso sangue sulla croce: “Badate dunque a voi stessi e a tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata col proprio sangue” (Att 20:28)

La parola Ekklesia non è mai usata per descrivere un edificio e costruzione, ma sempre una assemblea, o gruppo di persone. La vera Chiesa è un invisibile organismo spirituale vivo, composto da tutti i credenti ‘nati di nuovo’ in tutto il mondo, dal suo inizio a Pentecoste fino al rapimento della Chiesa alla fine dei tempi. La sua origine si trova in Dio come lo Spirito Santo le diede nascita in

Atti degli Apostoli 2:2: E all’improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano.
Atti degli Apostoli 2:3: E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro.
Atti degli Apostoli 2:4: Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. »Att 2:1-4
 con i discepoli. Noi diventiamo parte di questa stessa Chiesa come loro fecero, per un benigno atto di Dio facendoci nascere di nuovo nello Spirito. (Ezechiele 36:27: Metterò dentro di voi il mio Spirito e vi farò camminare nei miei statuti, e voi osserverete e metterete in pratica i miei decreti. »Ezecchiele 36:26,27)

Nessuno può unirsi alla vera Chiesa a meno che non siano prima uniti a Cristo. Questa è la ragione perché Gesù disse che bisogna essere nati di nuovo: “Gesú rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.” (Gio 3:5) Questa azione è fatta dallo Spirito dentro i cuori di quelli chiamati da Dio, non semplicemente nello scrivere il proprio nome in una lista dei membri di una chiesa.

I credenti allora rappresentano la vera Chiesa come mattoni cementati assieme con sacrifici spirituali in loro stessi con le loro vie:

“anche voi, come pietre viventi, siete edificati per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesú Cristo.” (1Pi 2:5)

La Bibbia insegna che ognuno di noi come individui siamo il Tempio di Dio:

“Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1Co 3:16) E sappiamo di essere la possessione di cristo e parte della Suo Chiesa perché abbiamo la prova dello Spirito Santo in noi che ci conferma che crediamo nelle Indispensabili Dottrine espresse sopra.

Inoltre noi siamo chiamati: « il Suo corpo, che è la chiesa » (Colossesi 1:24): « il tempio del Dio vivente » e Dio aggiunge « Io abiterò in mezzo a loro, e camminerò fra loro; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo » (2Colossesi 6:16).

Basilarmente lo scopo della Chiesa è: Per compiere la Grande missione che Gesù ci ha dato: “18 Poi Gesú si avvicinò e parlò loro dicendo: «Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,” (Matteo 28:19: Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, »Mat 28:18-19 ).

Equipaggiare i santi per fare la missione affidatagli “11 Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero e per l’edificazione del corpo di Cristo,” (Efesini 4:12: per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero e per l’edificazione del corpo di Cristo, »Efe 4:11-12)

Per aiutare a crescere sempre più profondamente in amore (Agape) verso Dio e i fratelli:

“Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità mediante lo Spirito, per avere un amore fraterno senza alcuna simulazione, amatevi intensamente gli uni gli altri di puro cuore,” (1Pi 1:22) (1Gi 5:2)

Conclusione:

C’è una sola Vera Chiesa, ma essa non è visibile come semplice entità fisica, e non è trovata in una certa chiesa/denominazione o gruppo per se stesso. Si trova nei cuori di quelli che sono in Gesù Cristo come chiamati da Dio, e sono venuti a Dio attraverso il sacrificio espiatorio di Cristo sulla croce. nessuna chiesa può pretendere di essere la « vera » chiesa, perché la Vera Chiesa di Cristo è la completa assemblea di tutti i credenti, ovunque essi siano nel mondo. La Chiesa Trascende le barriere denominazionali, esiste dentro le denominazioni, come fuori da esse. Questa è la Universale VERA Chiesa che ha continuato dal suo inizio a Pentecoste e continuerà fino alla fine. E’ Cristo che costruisce la Sua Chiesa, non l’uomo: « Io costruirò la Mia Chiesa » (Mat 16:18)

Anche se tante chiese/denominazioni possono avere delle differenze su cose periferiche, se non si attengono alle Indispensabili dottrine (come sopra) esse non sono in Cristo e perciò non sono parte della Chiesa Cristiana.

Chiunque afferma che la sua chiesa e la sola vera chiesa è un bugiardo e la verità non si trova in lui.
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23 décembre 2014 2 23 /12 /décembre /2014 10:06
La pagliuzza e la trave

Perche guardi tu la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello

mentre la trave che si trova nel tuo occhio non la vedi !

Dice Gesù nelle beatitudine sulla montagna ai discepoli.

Tu uomo vuoi usare gli sbagli altrui per rassicurarti, così

che, giudicare il prossimo ti fa credere forte e superiore,

ma accusando tuo fratello, tu attiri la mia condanna su te

Tu scruti, investighi, denunci e condanni i peccati altrui,

per così dispensarti di fare fronte ai tuoi stessi problemi

spii se in lui ci sono cose riprovevole poi li sanzioni forte,

è da meschino, perche ciò non permette di giustificare te.

Tutti i peccati sono a me visibili, non sta a te denunciarli

io perdono dopo vero pentimento, onesto riconosci i tuoi

La severità del tuo giudizio verso l’altro, colui che sbaglia,

non fa che nascondere la tua insicurezza, la naturale paura

di peccatore senza pentimento, cosciente di avere male agito

sin dalla giovinezza, ed ora provato da acciacchi degli anni

è tempo di acquisire la compassione della saggezza umana,

per te stesso, confessa i tuoi peccati a Dio e chiedi perdono

Per due volte Gesù parla dell’occhio “malato” o “cattivo”

definisce così lo sguardo investigatore roso dalla gelosia.

L’occhio malato desidera, vuole giudicare il suo prossimo

L’occhio cattivo acceca e rende geloso del benestare altrui

sia materiale che spirituale e non vede la realtà necessaria

a salvezza: Pentimento e confessione a Dio per il perdono.

È un tuo desiderio di dominazione che t’incita a giudicare

Paolo scrive: “chi sei tu che giudichi il servitore altrui ? ”

Colui che giudica il suo prossimo si erige a suo padrone,

di fatto quest’uomo usurpa pericolosamente il posto di Dio

Il Creatore è Padre e Signore degli uomini, di tutti gli uomini

Egli è il solo che ha il diritto di giudicare, ma offre perdono !

                              Salvatore Comisi

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22 janvier 2014 3 22 /01 /janvier /2014 13:01

Cosa vuol dire secondo voi, al giorno d’oggi, credere in Dio?

Al giorno d’oggi come 5000 anni fa, e più in la, credere in Dio é una grazia di Dio che ci da di sperare nel suo aiuto su questa terra e nell’aldila, credere in Dio non é il risultato scientifico della Sua esistenza ma un prodotto della fede che ci viene da Dio.« Sostanzialmente sono una brava persona, perciò andrò in cielo ». « Certo, faccio alcune cose sbagliate, ma faccio più cose giuste: perciò andrò in cielo ». « Dio non mi manderà all’inferno solo perché non vivo secondo la Bibbia. I tempi sono cambiati! ». « Solo le persone davvero cattive come i pedofili e gli assassini andranno all’inferno ».

Queste sono tutte le scuse più comuni della maggior parte della gente, ma la verità è che sono tutte bugie. Satana, il principe di questo mondo, ci mette in testa tutti questi pensieri. Egli, e chiunque segua le sue vie, è un nemico di Dio (1 Pietro 5:8). Satana si traveste sempre da bene (2 Corinzi 11:14), ma egli ha il controllo su tutte le menti che non appartengono a Dio.
È una menzogna credere che Dio non si preoccupi dei peccati piccoli e che l’inferno sia riservato alle « persone cattive ». Tutti i peccati ci separano da Dio, anche una “piccola bugia innocente”. Tutti hanno peccato, e nessuno è abbastanza buono da andare in cielo da solo (Romani 3:23).
Andare in cielo non è basato sul fatto che il nostro bene superi il nostro male. Se fosse così, saremmo tutti spacciati: « Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia » (Romani 11:6). Non possiamo fare nulla di buono per guadagnarci l’accesso al cielo (Tito 3:5).
« Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa » (Matteo 7:13). Anche se tutti vivono una vita di peccato e confidare in Dio non è popolare, Dio non lo scuserà:
« [Voi] eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli » (Efesini 2:1-2).
Quando Dio ha creato il mondo, questo era perfetto. Era tutto buono. Poi Egli fece Adamo ed Eva e diede loro il libero arbitrio, affinché essi potessero scegliere se seguire Dio e ubbidirGli o meno. Ma Adamo ed Eva, le primissime persone che fece Dio, furono tentate da Satana e disubbidirono a Dio, e così peccarono.
Questo impedì a loro e tutti quelli che vennero dopo di loro (inclusi noi) di riuscire ad avere una stretta relazione con Dio. Egli è perfetto e santo, e deve giudicare il peccato. Come peccatori, noi non avremmo potuto risolvere il problema da soli. Perciò, Dio ha fatto in modo che noi potessimo essere uniti a Lui in cielo:
« Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna » (Giovanni 3:16); « perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore » (Romani 6:23).
Gesù nacque per insegnarci la via e per morire per i nostri peccati affinché non dovessimo morire noi. Tre giorni dopo la Sua morte, Egli risuscitò dal sepolcro (Romani 4:25), dimostrando di essere vittorioso sulla morte. Egli colmò le distanze fra Dio e l’uomo affinché noi potessimo avere un rapporto personale con Lui, se solo avessimo creduto.
« Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo » (Giovanni 17:3). La maggior parte della gente crede in Dio, anche Satana. Ma per ricevere la salvezza, dobbiamo rivolgerci a Dio, dare forma a una relazione personale, abbandonare i nostri peccati e seguirLo.
Dobbiamo affidarci a Gesù con tutto ciò che abbiamo e facciamo: « Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio […] vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono » (Romani 3:21-22). La Bibbia insegna che non esiste un’altra via di salvezza a prescindere da Cristo. In Giovanni 14:6, Gesù dice: « Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me ».

La salvezza è a disposizione solo mediante la fede in Gesù Cristo! “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12)

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  • : Le blog de Salvatore Comisi
  • : Poésies, études de la Bible et articles sur tout ce qui concerne à la chrétienté du premier siècle à nos jours
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