« L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna.
La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle, e teneva in mano una coppa d'oro, colma degli abomini e delle
immondezze della sua prostituzione.
Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: "Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra." E vidi che quella donna era
ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore." (Apocalisse 17 : 3 - 6) San Giovanni, parla
delle perdecuzion di Nerone e di Domiziano.
Tacito Parla delle persecuzioni di Nerone
Tacito era noto per la sua astiosità nei confronti dei cristiani, come dimostrano le espressioni "pericolosa superstizione", "odio nei confronti del genere
umano" ed "uomini che si meritavano l'estremo supplizio":
Per un pagano del I secolo d.C., la convinzione che la fine del mondo ed il giudizio finale fossero vicini dovevano probabilmente apparire come avversione
nei confronti dell'umanità ed odio nei confronti dell'ordine costituito.
Eppure, nonostante questo, egli arriva a provare "compassione" per gli odiati cristiani; da buon repubblicano, egli manifesta la sua avversione verso Nerone
sospettando che sia il suo "sadismo" l'unico vero motore della persecuzione.